Demolizioni, occorre superare la cultura dell’emergenza

10 agosto 2010 | 01:42
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Demolizioni, occorre superare la cultura dell’emergenza

Comunicato dell’associazione Civiltà: bene gli interventi, ma che siano strutturali

Il Faro on line – “L’ennesima gradita demolizione sul lungomare di Ardea, non placa certo le nostre perplessità ed attenzioni circa la sporadicità degli interventi. Chi si occupa di Pubblica Amministrazione ben sa che le demolizioni sono vincolate (spesso) al dissequestro da parte della Autorità Giudiziaria e/o dal Tribunale Amministrativo , questo però non aiuta a comprendere tempi e luoghi di intervento”. E’ quanto afferma in una nota l’Associazione civiltà di Ardea. “Leggendo talune notizie agiografiche – prosegue la nota – viene spontaneo ricordare che le vere operazioni di demolizione su larga scala, furono eseguite sul lungomare tra la finedegli anni 80 e fine 90, restituendo alla popolazione oltre un chilometro di costa a ridosso delle uniche dune presenti. Spiagge libere e fruibili, senza annunci e senza bisogno di rocorrere all’esercito. Quelle spiagge sono ancora li e oggi rappresentano uno dei pochi tratti fruibili ( lungomare dei Troiani – via Avellino . Da verifiche ci risulta che le spese di demolizione sostenute ai tempi dal Comune di Ardea, sianostae interamente recuperate in danno degliautori degli abusi. Ci mancherebbe altro che a pagare  l’abbattimenteo dell’abuso siano gli altri che lo hanno subito. Ma le spese di demolizione di quelle poche case abbattute negli ultimi anni, sono state recuperate dal Comune? Speriamo che non siano state a carico di chi nulla centra con il reato di abusivismo, perchè i costi di mezzi, manodopera e smaltimento rifiuti, sono d’avvero abnormi. “Il cittadino  – prosegue ancora l’Associazione CIVILTA’ – si rivolge spesso alle associazioni, perchè vuole sapere, vuole essere informato e, spesso, questo non accade se non in forme “spettacolari” o di “giustizialismo”. Mettiamoci nei panni di quegli ignari turisti che si sono visti svegliare all’alba dalle ruspe: che colpe hanno? Un atto così forte, anche se trova il nostro più copleto appoggio, fornisce una immagine negativa ed apre riflessioni a scenari sinceramente disgustosi. Come hanno potuto costruire indisturbati e poi, come hanno potuto ottenere l’allaccio alle utenze scaricando deliberatamente liquami sulla spiaggia, come hanno potuto affittare ed altri continuano a farlo. Sono stati accertati gli occupanti degli altri edifici sul litorale, o si aspetta ottobre, quando gli immobili sono chiusi. Le riflessioni da fare sono molte e dovrebbero valere anche, per quelle costruzioni che proseguono l’abuso deliberatamente. Leggiamo questo evento, come occasione per l’ennesima debacle verso il resto dell’Universo Mondo. Alcuni cittadini ci chiedono: come verrà bonificata l’area oggetto di demolizione dai detriti (vetri, chiodi, ferri, legni etc) che in pieno Agosto rappresentano un rischi assoluto per i bagnanti? E poi, se quelle case sono abusive, così come le altre in quella zona, dove finiscono i liquami fognari prodotti dagli occupanti (abusivi?) ma produttivi? Sole sopra e liquami sotto? Un coctail perfetto dagli esiti patologici gravi. Sono stati avviati i controlli? Non sarebbe atto dovuto, in attesa di demolire, verificare se gli immobili sacricano rifiuti speciali e altro? Sinceramente, crediamo che queste regole elementari, rappresentino il principio di civiltà. Come per quelle concessioni demaniali, ci segnalano, che di strutture provvisorie hanno solo gli ombrelloni”.