Ambiente, stop dell’Ue a bandiere e vele blu

6 settembre 2010 | 19:50
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Ambiente, stop dell’Ue a bandiere e vele blu

L’Unione europea vara le nuove regole per la valutazione di mare e spiagge

Niente più bandiere blu, vele blu e altri riconoscimenti assegnati dalle organizzazioni che si occupano della difesa dell’ambiente: dal 2020 per classificare i nostri mari e le nostre spiagge ci saranno criteri unici “per il buono stato ecologico”. Per fare chiarezza e per spegnere le polemiche legate a “ufficiose” classifiche dei litorali nostrani, lo ha stabilito la Commissione dell’Unione Europea che si occupa di valutare lo stato delle spiagge.La Ue ha così chiesto ai gestori di adeguarsi nell’arco di 10 anni alle nuove regole: ad essere valutati saranno l’assenza di inquinamento, prendendo in considerazione gli scarichi industriali e la gestione degli scarichi balneari e la biodiversità, in particolare per quanto riguarda la popolazione ittica e l’eutrofizzazione, cioè la ricchezza delle sostanze nutritive in un determinato ambiente.Ultimo e fondamentale punto che sarà preso in considerazione è la gestione dei rifiuti, considerando tutte le fasi, dal riciclo al riuso, fino alla riduzione della produzione dei rifiuti stessi. L’obiettivo dichiarato dell’Unione è che, dovendosi adeguare tutti i paesi europei che hanno uno sbocco sul mare, vengano tutelate la salute degli animali e delle piante in mare e nell’oceano, l’utilizzo delle risorse marine sia fatto in modo sostenibile e vengano salvaguardate le future generazioni ittiche, messe al momento in pericolo dalla pesca non autorizzata.Gli stati si dovranno adeguare entro il 2020 a questi criteri che sono molto somiglianti a quelli presi già in considerazione da associazioni come Legambiente, ma già da subito dovranno a mettere in atto una serie di strategie e presentare dei piani all’Ue per spiegare come hanno intenzione di muoversi nel futuro più immediato. Secondo il Commissario europeo per l’Ambiente Janez Potocnik per “salvare” la biodiversità e le nostre coste ci sarà tanto da lavorare: “abbiamo fatto il primo passo necessario verso la definizione degli obiettivi precisi da assumere per garantire il rispetto della direttiva quadro” ha detto.