‘Lottiamo per una città migliore’

6 novembre 2010 | 14:34
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‘Lottiamo per una città migliore’

Lettera aperta da Maurizio Patarini, presidente Latina Sostenibile

Il Faro on line – “Siamo chiamati ad immaginare un governo per questa città. Una città da sempre definita ‘giovane’ insediata in un territorio dalle mille vocazioni dalle mille potenzialità dove tutto il futuro era possibile”. Inizia così la lettera aperta indirizzata alla cittadinanza e scritta da Maurizio Patarini, presidente di Latina Sostenibile, associazione di promozione sociale.
“Oggi Latina ha una sua storia, una storia che appare  scritta tra le pieghe di tutte queste potenzialità che non hanno mai visto la luce e che sprofondano nella ‘palude delle idee’ la metafora più usata per esprimere tutto quello che la storia di questa città ci rimanda di sé nell’ anno del suo commissariamento, dove si gioisce per l’apertura di un parcheggio che per una volta non ha visto il taglio del nastro del politico di turno, che ci scopre compiaciuti di come in una città “normale” l’ordinaria amministrazione si spoglia finalmente di quell’alone di ‘grazia ricevuta’! Ci si rende conto di come ‘l’abbandono strumentale’ e sistematico dell’ordinaria amministrazione, sia stato perseguito con un certo “dolo politico” tutto teso ad ammantare di “evento straordinario” la gestione ordinaria, pronta ad essere servita alla prossima tornata elettorale – continua la lettera – Quali argomenti di freschezza politica rispolverare, nell’ anno del commissariamento che corre suo malgrado, nel più triste contesto della  Repubblica del “bunga bunga”?  È difficile rispondere a questa domanda; sale forte, dal quel poco di coscienza civile attiva, il grido ad unire gli intenti, al superamento delle divisioni per raggiungere l’ormai inerme senso del bene comune dove l’unica azione politica rimasta è appellarsi al principio costituzionale della sussidiarietà, perché il decoro dei nostri governanti sia locali che nazionali  è al suo  minimo storico. Pertanto la coscienza civile di questa città ha il diritto di esercitare la sussidiarietà per nome e per conto dei suoi cittadini che non possono più accampare scuse,  che sono chiamati a guardare il declino storico della loro città “mai invecchiata”ma che conosce già tutti i mali della senescenza. Dove continuano ad intervistare la gente all’uscita della stazione di Latina  domando loro, se sono d’accordo o no con un servizio metro “leggero” (rispetto a cosa!) quando persino al più distratto degli utenti non sarà sfuggito quali sono i tempi di spostamento in questa città non solo per raggiungere la stazione, ma un qualsivoglia luogo del nostro territorio”.

“Dove non bisogna avere una grande capacità di pianificazione territoriale per capire come l’aggettivo selvaggio sia facilmente applicabile in molti contesti cittadini – conclude Patarini – L’amministrazione di una città si respira! nei piccoli gesti di civiltà rivolti a tutti i suo utenti, che vanno dal come ci si “muove” in una città, alla pulizia delle strade, anche nel più periferico dei quartieri. Anche i cittadini sono chiamati a fare la loro parte, tutti quei cittadini che vivono in questa città, che l’hanno scelta per viverci provenendo da altri luoghi, che hanno scelto le nostre scuole e la nostra università, che lavorano nelle professioni, nel commercio, nella PMI, che vivono sulla loro pelle una deindustrializzazione senza precedenti,in un cotesto globalizzato che fa emergere con forza come la conoscenza e l’innovazione siano al momento l’unico vero antidoto alla disgregazione dei sistemi economici e in seconda battuta dei sistemi sociali che il nostro tempo ci chiama a vivere. A tutti quei cittadini che non hanno perso la speranza di governare gli eventi attraverso i loro rappresentanti, ai quali hanno da chiedere non il “lampione”sotto casa! ma il decoro di un azione di governo degna di tale nome! dove il principio di cittadinanza assume il valore del “servizio ai concittadini” per il “governo migliore” della loro città che li premia con il consenso, ma che devono essere pronti a revocarlo se si viene meno a questa promessa! La promessa per restare nel significato dei termini che la nostra straorinaria lingua ci offre è la ‘dichiarazione con cui ci si impegna a compiere un dato atto o a tenere un dato comportamento’ e ancora, ‘ Impegno assunto mediante un apposito atto negoziale, col quale ci si obbliga a dare o a fare qualcosa’ ed in ultima istanza ‘ ogni promessa costituisce un obbligo morale’. Pertanto l’unico programma politico che resta da scrivere per questa città parte dal significato di questo termine che contiene implicitamente un “patto” tra i cittadini e i loro rappresentanti, patto che sono chiamati ad onorare entrambi”.