Equorete, via al progetto

6 novembre 2010 | 23:13
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Equorete, via al progetto

Coltivatori a confronto nel convegno in programma a Case Grifoni

Il Faro on line – Equorete, network dell’ecologia sociale, su un’idea di Franco Paolinelli, agronomo e presidente dell’Associazione Silvicoltura, agricoltura e paesaggio (SAP) ha ideato e registrato il marchio Agroclub, che darà in concessione a cooperative, aziende, associazioni che ne faranno richiesta, con il vincolo della sottoscrizione di un disciplinare di concessione che individua gli ambiti di attività, i requisiti e le modalità. Questo progetto verrà presentato a Cerveteri, durante il convegno di venerdì 12 Novembre a Case Grifoni, proprio nella giornata conclusiva della Settimana per lo sviluppo sostenibile, organizzata da Scuolambiente ed Equorete.

L’Agro-Club è analogo ad un circolo sportivo, con la differenza che i soci non fanno sport, ma attività di coltivazione, nell’intensità e nei modi da loro stessi desiderati, compatibilmente con il regolamento che lo stesso Club si è dato e con il disciplinare di concessione sottoscritto dal Club con Equorete.
I proprietari di immobili rurali, creando un Agro-club presso la propria azienda, potranno mettere a disposizione dei soci parcelle di terreno attrezzate per  svolgervi agricoltura per hobby, per prodursi derrate alimentari di qualità, per trarne beneficio didattico, fisico o salutare e per vivere la campagna in tutti i suoi aspetti, con vantaggi sia economici che socio-sanitari.

Da quest’attività proprietari e gestori potranno trarre un giusto utile, mettendosi al riparo delle mille difficoltà che il comparto agricolo sta vivendo, con beneficio proprio, dell’economia locale e dell’ambiente.

Possono essere soci degli Agro-clubs sia singoli coltivatori sia gruppi quali classi  scolastiche o gruppi terapeutici e associazioni di vario tipo.
Analogamente a quanto accade in un circolo sportivo o culturale, i soci ordinari, ovvero i coltivatori, hanno l’opportunità di vivere la coltivazione durante il loro tempo libero, in un ambito all’uopo attrezzato, senza dover fare consistenti investimenti immobiliari e senza avere problemi di gestione del contesto.
Nel caso specifico il territorio non è attrezzato per fare partite di tennis o di bridge, ma per coltivare, per il proprio piacere di farlo, quindi svolgere attività di tipo ricreativo, culturale, ambientale, terapeutico nel verde.
I soci aderenti, non coltivatori, potranno invece frequentare i Club, per il piacere della compagnia, del contesto rurale e degli eventuali servizi paralleli che i club  saranno in grado di organizzare.

Il primo Agroclub romano sarà costituito dall’Associazione il Fiore del Deserto, casa famiglia situata sulla Via Nomentana, proprio alle porte della città.