Manzù tra preistoria e modernismo religioso

5 dicembre 2010 | 22:40
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Manzù tra preistoria e modernismo religioso

Le opere dell’autore al centro degli incontri dello spazio espositivo

Il Faro on line – Tra la fine degli anni 20 e i primissimi 30 Giacomo Manzù , agli inizi della propria carriera artistica, esegue una serie di opere su commissione dell’Università Cattolica di Milano, dove gli viene concessa l’opportunità, date le scarse condizioni economiche del momento, di utilizzare temporaneamente alcuni locali della stessa Cattolica come atelier di scultura; nel corso del 1931 il filosofo-teologo francese Jacques Maritain, particolarmente vicino, nella seconda metà del secolo, o al pontificato di Paolo VI, su invito del Rettore Agostino Gemelli tiene una serie di conferenze presso la stessa Università Cattolica; dall’esame di due opere di quegli stessi anni appartenenti alla Raccolta Manzù appare inconfutabile come il profondo influsso che il così detto “modernismo” religioso di Maritain, fatto proprio  anche da Carlo Carrà, abbia potuto allora operare sulla nascente arte di Giacomo Manzù,  anche e soprattutto per il tramite divulgativo di opere e scritti di un altro artista  e visionario, il mistico Tullio Garbari, in una sorta di corrispondenza logico-matematica tra enunciazioni estetiche e figurazione visiva.