‘Rifiuti? L’unica soluzione è il porta a porta’

13 dicembre 2010 | 16:01
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‘Rifiuti? L’unica soluzione è il porta a porta’

Carosi: ‘Il metodo Arrow Bio non è praticabile per gli alti costi e per incompatibilità con la normativa’

Il Faro on line – “Rifiuti? L’unica soluzione è il porta a porta”. Ne è convinto Alessandro Carosi, un residente di Parco Leonardo da tempo impegnato con i comitati civici per uno smaltimento ecosostenibile, rispettoso dell’ambiente e della salute dei cittadini. A Fiumicino si continua infatti a parlare di rifiuti, dei sistemi di smaltimento e delle soluzioni più idonee da adottare per risolvere quello che rischia di diventare un enorme problema sociale. Non solo sul lungo ma anche sul breve termine, come purtroppo insegna la Campania.
Carosi commenta la proposta del consigliere comunale Luigi Satta di rivolgersi al sistema Arrow Bio, che sarebbe utilizzato con successo persino in Israele e che permetterebbe di evitare la raccolta differenziata e, mediante vari procedimenti meccanici e biologici, separerebbe i vari materiali producendo anche materia fertilizzante e bio gas. Ma, pur rispettando in linea generale l’idea che si distingue dalle soluzioni inceneritrici, Carosi rimane dell’opinione, condivisa da molte associazioni che da anni premono per una diversa gestione di rifiuti, che il sistema Arrow Bio sia “perdente e non attuabile nel nostro contesto normativo, vigente in Italia ed in Europa”. Il trattamento a freddo infatti separa bene la plastica ed i metalli, ma la “digestione” anaerobica della frazione organica produce un materiale che non si può utilizzare in agricoltura per motivi regolamentari, europei ed italiani, e agro ambientali, ovvero contaminazione di elementi metallici e utilizzo di grandi quantitativi di acqua. Ci sarebbe  poi il problema economico: quanto costerebbe costruire e soprattutto mantenere operativo un impianto del genere? In una città come San Francisco, con 800 mila abitanti, mediante il metodo di raccolta porta a porta, la tassazione sull’indifferenziato, la riduzione a monte degli imballaggi e dell’usa e getta e il trattamento meccanico biologico della frazione rimanente, come  l’impianto modello di Vedelago in provincia di Treviso, si è arrivati al 75% di riciclato. E l’obiettivo è quello di arrivare a rifiuti zero tra nove anni. “E poi c’è il problema politico”, sottolinea ancora Carosi ricordando che “il 15 maggio 2008 il consiglio comunale di Fiumicino approvò le linee programmatiche di governo dell’Ente: “…avvieremo un progetto pilota di raccolta differenziata porta a porta in quartieri omogenei come ad esempio Parco Leonardo…”. In quell’occasione il consigliere Satta si era astenuto, quindi non era neanche contrario: e adesso?  A rileggere quel programma viene semplicemente da ridere. E da piangere”, conclude il cittadino. A Parco Leonardo avrebbe infatti dovuto prendere l’avvio il progetto pilota della raccolta porta a porta, sostenuta dall’allora assessore all’ambiente Pasquale Proietti nell’ambito di un’intesa più ampia con la provincia di Roma. Ci furono incontri, impegni e promesse: pareva che il piano sarebbe scattato da un momento all’altro, con il beneplacito dei residenti e del locale CdQ che l’avevano caldeggiato e lungamente atteso prima che sfumasse.
Maria Grazia Stella