Estradato in Italia il boss Prudentino

12 gennaio 2011 | 01:58
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Estradato in Italia il boss Prudentino

Atterrato a Fiumicino dall’Albania il capo della Sacra corona unita

Il Faro on line – Arrestato a Fiumicino Albino Prudentino, boss della Sacra corona unita. L’uomo è indagato per i reati di “associazione mafiosa, associazione per delinquere finalizzata al traffico ed allo spaccio di sostanze stupefacenti ed estorsione, con l’aggravante del metodo mafioso”: a notificare l’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal gip del Tribunale di Lecce su richiesta della Direzione distrettuale antimafia del capoluogo salentino (provvedimento restrittivo confermato dal Tribunale del riesame)  gli agenti della polizia di frontiera e i militari del Ros, reparti operativi speciali. Prudentino, atterrato al Leonardo da Vinci con un volo proveniente da Valona, Albania, poco dopo è stato condotto in carcere dove si trova a disposizione dell’autorità giudiziaria. Così, in poche ore, sono finiti nelle mani della giustizia due dei boss ricercati dalle forze dell’ordine, da tempo ai vertici delle criminalità organizzata nel sud Italia. Oltre a Prudentino,  estradato dall’Albania dove si era rifugiato, è infatti stato fermato Mario Iavarazzo, considerato il reggente del gruppo Schiavone del clan dei casalesi. Il boss pugliese  era stato arrestato il 29 settembre nel corso dell’operazione “Calipso”, condotta dal Ros del Comando provinciale dei carabinieri di Brindisi e dalle forze speciali della polizia albanese, che ha permesso di smantellare i vertici di Brindisi della Scu, in particolare del clan dei Mesagnesi.
Nel corso dell’operazione erano stati 9 i presunti boss dell’organizzazione pugliese catturati tra cui uno individuato in Thailandia. Quest’ultimo, controllato dal Ros, era stato arrestato al rientro in Italia il giorno dopo all’aeroporto di Milano-Malpensa. Il provvedimento cautelare era scaturito da un’indagine condotta fin dal 2007 sul clan Vitale di Mesagne, il cui capo era Antonio Vitale, al momento in carcere, esponente di vertice della Sacra Corona brindisina ed emanazione del capo storico Pino Rogoli. Tutti loro, fra i quali Prudentino, sono accusati di aver ricostituito, di fatto, la struttura di vertice della Sacra Corona. E’ stato documentato, nello specifico, il processo di riorganizzazione del clan, che aveva progressivamente esteso la sua influenza da Mesagne ai comuni di Ostuni, Oria e Ceglie Messapica, imponendo nuove regole di rigida divisione territoriale, con un referente per ciascuna località e la delimitazione del raggio d’azione degli affiliati ai rispettivi territori. Il sodalizio aveva assunto un ruolo centrale nel traffico di cocaina, avvalendosi per gli approvvigionamenti di due autonomi canali in Piemonte e Calabria. La droga veniva successivamente distribuita con un’articolata rete di spaccio in Puglia ed Emilia Romagna. Gli inquirenti avevano inoltre accertato il coinvolgimento del sodalizio nel controllo di centri scommesse on-line e di sale da gioco, con l’imposizione di forniture di slot machine da parte di Prudentino ritenuto responsabile, insieme a Daniele Vicientino, latitante, anche di un’estorsione ai danni dei titolari di una società di scommesse di Ceglie Messapica, costretti a versare all’organizzazione un importo annuo di 10 mila euro. Quanto a Iavarazzo, invece, sarebbe stato da tempo tra i massimi esponenti dei casalesi, avendone  preso la direzione dopo i recenti arresti che hanno decapitato la camorra nel casertano. Secondo i carabinieri, Iavarazzo avrebbe assunto la gestione delle attività delittuose nei comuni dell’agro aversano, oltre alla gestione della cassa. L’indagine Calipso ha permesso agli investigatori di confermare i rapporti di cooperazione tra i principali sodali mafiosi del brindisino in relazione al controllo del traffico di stupefacenti, dopo l’abbandono degli storici interessi nel contrabbando di tabacchi, ed anche nel settore del gioco.
Maria Grazia Stella