Lo sport tra aggregazione e impegno sociale

12 gennaio 2011 | 01:56
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Lo sport tra aggregazione e impegno sociale

Per l’Epifania giovanissimi in visita al reparto di pediatria del Goretti

Il Faro on line – Non c’è solo l’attività ludica nel progetto dell’Asd Accademia Sport, c’è molto di più. Ad inizio anno sono arrivati i segni che testimoniano la volontà, del gruppo di lavoro, di andare ben oltre l’aspetto sportivo: il progetto Accademia Sport è stato intrapreso anche per far capire che nello sport, soprattutto a livello giovanile, sono di rilevanza anche valori, ormai dimenticati. La prima parte di stagione, coincisa con la pausa natalizia, è stata archiviata coinvolgendo oltre ai ragazzi anche i loro familiari. Come spiega il responsabile della scuola calcio Mirko Giorgi “è stato organizzato un incontro presso la sala conferenze del Park Hotel di Latina che è servito per far capire come la società ha improntato il discorso didattico relativo all’attività della scuola attraverso la spiegazione di quello che giornalmente gli istruttori svolgono sul campo”.
L’iniziativa, oltre ad riscuotere successo grazie alla risposta positiva dei genitori, è stata l’occasione per ribadire la solidità del gruppo di lavoro mostrata in questi mesi con il sacrificio e l’impegno da parte di tutti i componenti  ed illustrare a grandi linee i futuri impegni che vedranno protagonisti i ragazzi. Per il giorno dell’Epifania è stata organizzata una visita presso il reparto pediatria dell’Ospedale Santa Maria Goretti di Latina dove i ragazzi, con il presidente Marco Bertoni e il direttore generale Andrea Palmegiani, si sono recati per trascorrere un po’ di tempo con i bambini. All’incontro organizzato in collaborazione con la il primario Lidia Nardecchia, ha partecipato la squadra giovanissimi che hanno voluto lasciare regali ai piccoli ospiti del reparto, augurando loro un futuro migliore.
“Il nostro intento – spiega ancora Giorgi – è anche quello di riuscire a sensibilizzare i ragazzi su aspetti che stanno attorno al mondo dello sport perché oltre a poter diventare calciatori, loro saranno prima di tutto uomini. Ringraziamo la dottoressa Nardecchia per averci dato la possibilità di stare con chi in questo momento è meno fortunato di noi”.