Piso: ‘No a scorciatoie parasecessionistiche’

15 gennaio 2011 | 17:24
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Piso: ‘No a scorciatoie parasecessionistiche’

La prossima settimana sarà stilato un documento ritenuto ‘definitivo’

Il Faro on line – «Ritenere che il complesso problema dei rapporti e dell’intreccio di competenze tra capitale d’Italia, Regione e Provincia del Lazio, possa essere risolto attraverso scorciatoie ‘parasecessioniste’ è, prima di tutto, un offesa all’intelligenza dei promotori delle stesse». Lo afferma il coordinatore regionale del Pdl Lazio, Vincenzo Piso (nella foto). «Voglio ricordare che il coordinamento Regionale del Pdl – spiega Piso – ha già svolto su questo tema tre riunioni alle quali hanno partecipato, sotto la guida del senatore Cutrufo, tutti i soggetti di partito interessati e competenti per materia. Anzi, è doveroso rimarcare, tra gli altri, il significativo e qualificato contributo del presidente della Provincia di Latina Armando Cusani. Possiamo quindi dire che il Pdl è arrivato alla vigilia della produzione di un documento – prosegue Piso – che fornirà il perimetro amministrativo ed istituzionale all’interno del quale trovare le necessarie soluzioni». «Non dobbiamo, infatti, mai dimenticare – aggiunge – che tale confronto non deve servire ad accrescere il prestigio di tale soggetto politico o di tale alta istituzione, bens, l’ interesse generale dei cittadini della nostra Regione ai quali abbiamo il dovere primario di far fluire istituzioni ed enti locali più trasparenti, più efficienti, e più sburocratizzate. Non abbiamo bisogno di populistici e pittoreschi referendum ma di una classe dirigente capace di confrontarsi e di fornire soluzioni credibili. In virtù di questo, verrà convocato per la prossima settimana un ennesimo incontro sul tema, al fine di arrivare alla definitiva discussione e definitivo vaglio del documento sopracitato. È quindi di tutta evidenza che la linea politica di un partito di governo e di respiro nazionale come il Pdl – conclude Piso – non può assolutamente essere ricondotta ad infantili logiche secessioniste».