Flight care, sit-in allo scalo

19 gennaio 2011 | 15:40
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Flight care, sit-in allo scalo

manifestazione dei dipendenti dell’handling contro la procedura di mobilità

Il Faro on line – Mobilitazione dei lavoratori di Flight care, una delle principali società di handling dell’aeroporto di Fiumicino,  che questa mattina hanno manifestato al Leonardo Da Vinci  contro il rischio di licenziamento. Al momento, infatti, la società che si occupa di fornitura dei servizi a terra, ha avviato una procedura di mobilità che interessa 242 lavoratori. Stamattina, anticipando la mobilitazione che inizialmente era prevista per venerdì 21 gennaio, un centinaio di lavoratori, sostenuti dai sindacati, si sono riuniti nella sala della mensa centrale mentre altri 60, 70 dipendenti hanno sfilato sventolando bandiere e striscioni dall’ingresso del pronto soccorso fino al terminal Arrivi. A questa prima mobilitazione seguirà nel pomeriggio un’assemblea, alle 16, indetta da Cgil, Cisl Uil e Ugl.  Tensioni per l’atteso intervento dell’Enac quali “regulator” del settore a garanzia del rispetto delle norme che regolano l’handling. L’Ugl, schierandosi con i lavoratori, ha dichiarato lo stato di agitazione contro i preannunciati licenziamenti a Flight care, denunciando anche  “la negligenza adottata dagli altri handler, che non applicano la clausola sociale prevista dalla normativa che stabilisce il mantenimento dei livelli occupazionali”. Secondo l’Ugl, le problematiche che investono i due scali romani sarebbero aggravate anche dalla frammentazione del settore in cui operano ben 7 società. Le difficoltà sarebbero dipese dalla concorrenza tra le aziende che provoca un calo delle tariffe, con punte anche del 40%. Una concorrenza selvaggia, denunciata da tempo, che mette a serio rischio l’intero settore dove predomina una “deregulation”. Secondo le cifre fornite dalla stessa Flight care, “negli ultimi tre anni gli handler di Fiumicino sono passati da 3 a 7”. Di questi, 4 sono nati negli ultimi sei mesi. Oltre a Flight Care, Aviapartner e Cai, nata dopo la fusione di Alitalia e Air One, sul mercato sono arrivati Aviation Service, che opera in diversi scali italiani,, Ata del gruppo Acqua Marcia, Globe ground, che fa capo a imprenditori guidati dall’ex ad di Alitalia Domenico Cempella, e Consulta, a Fiumicino da Reggio Calabria. L’Unione sindacale di base definisce la questione come “una strana crisi del trasporto aereo”, caratterizzata com’è dalla guerra senza frontiere sul fronte del costo dei servizi a discapito della stessa qualità. Nonché della sicurezza. Il problema fu sollevato e denunciato anche due anni fa quando in estate si verificarono quegli enormi disagi con i bagagli smarriti e non smistati: si parò di guerra delle tariffe e di pessimo servizio. L’Usb sollecita con decisione “l’apertura di un dialogo per il rispetto delle regole poiché a pagare le conseguenze sono i lavoratori con i licenziamenti”. E l’amministrazione di Fiumicino? Nei giorni scorsi il sindaco di Fiumicino, Mario Canapini, ha chiesto un tavolo interistituzionale con i presidenti della Regione, Renata Polverini, e della Provincia, Nicola Zingaretti, per affrontare la questione e tutelare i lavoratori, molti dei quali vivono sul territorio del comune. Cristian Terrevoli, delegato nazionale della Consulta dei trasporti della PdL, è chiaro: “Oggi nello scalo di Fiumicino stiamo assistendo ad una situazione paradossale: i vettori ci sono, le movimentazioni ci sono, i passeggeri ci sono, i bagagli ci sono,  quindi il lavoro c’è,  ma le aziende sono in crisi, perché?”, chiede: “E’ che il mercato aeroportuale è stato liberalizzato senza regole”. Anche secondo Terrevoli, la Flight care sarebbe un’azienda “vittima di un mercato impazzito, con concorrenti che tuttavia non hanno la stessa struttura in termini di organizzazione del lavoro”. Così che oggi l’azienda “eredita” una varietà di figure professionali che rendono il servizio di gestione aeroportuale molto efficiente  ma troppo costoso. Per contro, però,  non ci sarebbero aziende con gli stessi standard qualitativi offerti da Flight care. L’analisi del delegato Consulta trasporti spiegherebbe la perdita di molte compagnie aeree  da parte della società spagnola che adesso,  trovandosi  in esubero di personale,  è costretta ad aprire una procedura di licenziamento.Terrevoli, come già Usb e ugl, nota che l’esubero di personale si verifica per la mancata applicazione della clausola sociale in base alla legge 18/99. Ma purtroppo, sul fronte delle società operanti a Fiumicino, non è finita qui: si parla infatti della messa in mobilità di 50 lavoratori dell’Argol, handling cargo, che già si trovarono a protestare contro il rischio di licenziamenti negli ultimi due anni.
M.G.S.