Sequestro Oasi, abitanti dal sindaco

29 gennaio 2011 | 15:06
Share0
Sequestro Oasi, abitanti dal sindaco

Le famiglie del residence, impossibilitati a rientrare nelle loro case, ricevuti da Eufemi

Il Faro on line – E’ stata ricevuta dal sindaco di Ardea, una delegazione di abitanti del residence “L’Oasi”, posto martedì scorso sotto sequestro giudiziario dalla Guardia di Finanza della Compagnia di Pomezia per ordine del Dott. Giuseppe Travaglini. Il sindaco ha assicurato ai cittadini tutto il sostegno previsto dalle leggi dello Stato e del comune ed ha consigliato loro di rivolgersi ad un legale per chiedere al giudice, l’uso delle abitazioni anche dopo il 4 febbraio, specificando che il comune non ha abitazioni disponibili. A meno che non farli ospitare in alberghi o residence legittimati e tutto con aggravio per le esigue casse comunali. Del resto come hanno spiegato i residenti ricevuti dal sindaco, lo stesso del fatto ne è venuto a conoscenza dai giornali. Del resto il sindaco, sempre sensibile ai problemi dei cittadini, tanto che se necessario allerterà i servizi sociali e cercherà ogni soluzione per non lasciare nessuno in mezzo alla strada. Infatti, da febbraio, tutti dovranno abbandonare il residence che verrà, come spiegano i cartelli affissi sempre dalle fiamme gialle, imposto il divieto di ingresso. Sono circa quarantacinque le famiglie residenti, in prevalenza composte da persone anziane e invalide, oltre a due nuclei familiari con persone agli arresti domiciliari. La vicenda del residence l’Oasi, che risale agli anni ’80, come ha spiegato il sindaco in una lettera di risposta al consigliere regionale Zaratti, che accusa l’amministrazione di centro destra di immobilismo, quando, come ha risposto Eufemi, il comune ha abbattuto, con soldi comunali, oltre 50 unità abitative costruite abusivamente su terreni privati e pubblici. Ora a seguito del sequestro giudiziario affisso dalle fiamme gialle, il vero problema passa al vicesindaco con delega al patrimonio che potrebbe provvedere, se già non l’ha fatto, a confiscare, come legge prevede, l’area e inserirla nel patrimonio comunale. Va anche detto che per tutti i manufatti sono state presentate dai soci, richieste di permesso a costruire in sanatoria, sanatorie che potrebbero essere regolarizzate.
Luigi Centore