Fiumicino, ma quanti sono questi ‘parenti’?

7 febbraio 2011 | 16:06
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Fiumicino, ma quanti sono questi ‘parenti’?

Praticamente ‘ufficializzata’ in Consiglio comunale la presenza di consanguinei all’interno della macchina amministrativa. Serve chiarezza

Il Faro on line – Non siamo a una vera e propria “parentopoli”, ma la questione del nepotismo sta diventando a Fiumicino un caso. Con il termine nepotismo si indica la tendenza, da parte di detentori di autorità o di particolari poteri, a favorire i propri parenti a causa della loro relazione familiare e indipendentemente dalle loro reali abilità e competenze e senza rispettare l’iter di legge o burocratico vigente. Il termine deriva dalla parola latina nepos, significa “nipote” e afffonda le  sue radici nel medioevo, allorché alcuni papi e vescovi cattolici, che avevano fatto voto di castità, allevavano i loro figli illegittimi come “nipoti” e concedevano loro dei favori. La questione, ai giorni nostri, è diventata d’attualità grazie alla discussione in seno al Consiglio comunale di Fiumicino su alcune concessioni.

Partiamo da un concetto: nessuno ha fatto chissà quali indagini occulte, ma del fatto se ne è parlato nel consiglio comunale, la massima assise cittadina, ufficiale e aperta al pubblico.

Agli occhi di un neutrale osservatore, e senza voler dare alcun giudizio di merito, ciò che balza agli occhi non è il fatto che qualcuno abbia accusato e qualcun altro si sia difeso, ma che la difesa è consistita sostanzialmente nell’ammettere che il problema esiste, salvo poi discutere sul fatto che alcune decisioni fossero utili alla città e riferite a cittadini “benefattori”. Non solo, ma nella discussione,è ststo chiaramente fatto riferimento ad altri episodi simili da ascrivere proprio alla parte politica che aveva sollevato il problema.

A questo punto non è più solo una questione di nomi, ma di numeri. Ci si chiede: ma quanti sono i parenti piazzati dentro (o vicino) all’amministrazione da parte dei politici locali?

La questione è talmente “calda” che nell’attaccare i giornali che hanno dato la notizia ci si è addirittura sbagliati, citando e colpevolizzando un sito locale che – in realtà – ha solo ripreso una notizia pubblicata dal Faro on line alle 15,37 del 28 gennaio scorso, per minacciarlo di querela. Sinceramente, in un mondo in cui la trasparenza politica dovrebbe essere al primo posto, soprattutto per chi ha una qualche idea di proseguire (o addirittura accrescere) la propria posizione pubblica nell’amministrazione di una città, più che le minacce di querela ci si aspetterebbero semplici spiegazioni. E comunque – lo ribadiamo – del fatto se ne sta parlando in Consiglio. Sono i politici a porsi le domande e sono i politici a darsi le risposte. E sono sempre i politici a lanciarsi pesanti accuse l’un l’altro. Perché prendersela sempre con i giornalisti? Qual è la colpa, quella di far sapere a tutti cosa si dice nell’unica sala senza “segrete stanze” in Comune, ossia quella consiliare?

Resta il fatto che non perché uno sia “parente” di qualcuno non debba avere accesso come tutti a bandi di concorso, appalti o concessioni. E resta anche il fatto che molto spesso le parentele non sono esattamente di primissimo grado, e dunque si rischia di fare tutt’erba un fascio sparando nel mucchio. Chiarito questo,  resta comunque l’esigenza di trasparenza. E su questo non credo ci sia possibilità di pensarla diversamente…

Investigator