Malviventi alle idrovore di Maccarese

6 marzo 2011 | 17:36
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Malviventi alle idrovore di Maccarese

I ladri hanno causato danni per oltre  700 mila euro

Il Faro on line – Allarme sicurezza al Consorzio di bonifica Tevere e Agro Romano dove nel giro di un mese sono stati messi a segno diversi colpi ai danni delle idrovore, gli impianti di sollevamento delle acque per la difesa del suolo e l’irrigazione dei campi. Ad effettuare i colpi, molto probabilmente una banda ben organizzata di ladri di rame. Ma i malviventi non si sono “limitati” a rubare il prezioso metallo, bensì si sono accaniti devastando e distruggendo gli impianti, manomettendo così seriamente quello di via dei Monti Sallustri tanto che non potrà entrare in funzione il prossimo 1 aprile. Un danno stimato intorno ai 600, 700 mila euro. “Un danno che peserà, a meno che la Regione Lazio non intervenga con un sostegno economico, sulle spalle degli agricoltori ai quali l’anno prossimo la quota consortile sarà aumentata del 40 per cento”, spiega Germano Scarabello, vicepresidente del Consorzio. E i danni non si fermano qui perché di conseguenza, con la mancata entrata in funzione delle idrovore di via dei Monti Sallustri, sono a rischio sia la coltura di mais sia il foraggio, che rifornisce i tanti allevamenti di Maccarese. Il primo furto è stato messo a segno ai primi di febbraio a Ponte Galeria, dove c’è uno degli impianti principali che pompa acqua fino a Santa Severa. Qui i ladri si sono impadroniti dei fili elettrici di rame smontando con abilità i cavi e addirittura facendo un falò, bruciando in un locale interno dell’impianto il rivestimento di plastica per “alleggerire” il carico. A distanza di qualche giorno, l’incursione a via dei Monti dell’Ara e poi quella a Ponte Galeria, impianto fino alle pompe dei Monti Sallustri, dove tutto è stato distrutto e le centraline messe fuori uso. Infine l’ultimo furto a La botte, a Maccarese, in via dei Collettori, dove è intervenuto l’Interpol, l’istituto di vigilanza assunto dal Consorzio.

“Ci siamo rivolti alla prefettura, ai carabinieri e alla polizia denunciando tutti gli episodi avvenuti: non abbiamo alcuna assicurazione essendo un ente con funzioni pubbliche”, dichiara Scarabello: “Ci appelliamo a tutte le associazioni di categoria perché si rivolgano alla Regione Lazio chiedendo aiuti altrimenti l’anno prossimo saremo costretti a tassare del 40 per cento i consociati. Una beffa ulteriore in un momento in cui l’agricoltura è in crisi”, conclude il vicepresidente dell’ente. E’ caccia alla banda di professionisti. Sospetti? “Tanti e nessuno in particolare”: risponde Scarabello: “Italiani, nomadi o rumeni hanno arrecato ingenti danni agli impianti con possibili preoccupanti ripercussioni per le coltivazioni”.