“Fiumicino, persi 400 ettari di aree agricole”

8 marzo 2011 | 00:56
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“Fiumicino, persi 400 ettari di aree agricole”

La denuncia del consigliere Vona (Pd): “Il comune rischia di trasformarsi in una borgata”

Il Faro on line – “Più di 400 ettari di aree agricole scomparse, inghiottite da una colata di cemento che rischia di cambiare per sempre il Dna del nostro territorio, modificandone i lineamenti, trasformandolo in una periferia urbana, non diversa dalle tante borgate romane”.

È il campanello d’allarme lanciato dal consigliere comunale del Pd, Alessandra Vona, all’indomani della presentazione di ‘Ambiente Italia 2011’, il rapporto annuale di Legambiente. “Intere zone di Fiumicino – sottolinea Vona – soprattutto nel nord del Comune, sono state freneticamente popolate negli ultimi anni. Il rischio che aree residenziali, località e borghi si trasformino in periferia urbana è elevatissimo e dobbiamo impedirlo. Molte persone hanno investito i loro soldi e il loro futuro in abitazioni in queste zone per vivere fuori Roma. Oggi l’assenza di servizi, di attività culturali che ne valorizzino il patrimonio storico e identitario, le stanno trasfigurando. Per questo serve un serio piano strategico. Il che non vuol dire stoppare l’iter dei nuovi comparti edificatori, ma salvaguardare gli interessi legittimi dei costruttori, dei cittadini e dei nostri figli che hanno il diritto di vivere in una Città in cui parole come qualità della vita abbiano ancora un senso e non servano solo a riempire i manifesti elettorali di questo o quel partito. Un piano strategico – continua – in cui residenti e comitati di quartiere siano al centro, e che prenda in esame le peculiarità di ogni zona e valorizzi caratteristiche e identità”.
Secondo Vona ci srebbero molte cose sui cui lavorare: “infrastrutture, viabilità, sicurezza”. “Ad Aranova per esempio – sottolinea – non c’è una piazza, l’illuminazione pubblica di molte strade è assente. Il nuovo comprensorio di via del Granaretto senza un ponte pedonale e ciclabile che lo colleghi al borgo di Palidoro rischia di essere una cattedrale nel deserto. Il centro Alzheimer di Palidoro è chiuso da tempo, manca un poliamblulatorio nel nord del Comune. A Passoscuro non esiste una biblioteca e a Torrimpietra abbiamo solo autovelox. Ma non si parla di un vero piano per la riqualificazione dell’area a ridosso della Aurelia. Ma – conclude – è necessario non dimenticarci del nostro patrimonio culturale, storico, di quell’identità marcata che contraddistingue il nostro territorio”.