“Ponte della Scafa, impossibile l’allargamento”

22 marzo 2011 | 15:40
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“Ponte della Scafa, impossibile l’allargamento”

Il responsabile degli Scavi di Ostia antica chiarisce l’importanza dei reperti venuti alla luce

Il Faro on line – Sulle polemiche sorte in merito al ritrovamento dei reperti archeologici venuti alla luce nelle ultime settimane nei pressi di Tor Boacciana, dove sono in corso gli scavi ed i sondaggi in vista della costruzione del nuovo Ponte della Scafa, nonché sulla ragione stessa della realizzazione di un nuovo viadotto in luogo dell’allargamento di quello attuale, interviene Angelo Pellegrino, da trenta anni responsabile degli Scavi archeologici di Ostia antica. Recentemente, infatti, alcune associazioni di Ostia hanno sollevato polemiche sia in relazione alla costruzione della nuova infrastruttura sia su presunti ritrovamenti di cui si sarebbe taciuta l’importanza, tra cui un muro emerso nei pressi di Cineland.
Perché costruire un nuovo ponte?
E’ una domanda pertinente cui rispondo senz’altro affermando che l’allargamento non è assolutamente possibile in quanto sarebbero stati irrimediabilmente compromessi i resti archeologici della vecchia città di Ostia antica. Nella vecchia città si trovano infatti strade, edifici termali e le ville che una volta si trovavano sul mare. Dovendo allargare avremmo trovato e quindi distrutto resti importanti. Non c’era alcuna alternativa se non costruire un nuovo ponte in una zona dove non sono presenti reperti altrettanto importanti sotto il profilo storico, naturalistico ed archeologico. Inoltre, costruire una nuovo ponte darà un segno distintivo  e d’immagine a Ostia, ancora forse considerata alla stregua di una borgata.
Quando sono iniziati gli scavi?
I sondaggi sono iniziati circa tre settimane fa. Procedono compatibilmente con le condizioni meteorologiche: ci siamo dovuti fermare spesso per la pioggia.
Che cosa è stato ritrovato?
A Tor Boacciana abbiamo avuto dei ritrovamenti importanti. In particolare è emersa una banchina fluviale con ancora i resti della vegetazione. Si tratta di un’opera che sicuramente è di età romana: sembra trattarsi di una banchina con funzioni di porto. Il ritrovamento è avvenuto nei pressi del vecchio faro, a Tor Boacciana. Verso Cineland, invece, è stato rinvenuto un muro moderno, forse risalente agli anni Trenta. E’ però materiale di risulta, di scarso valore, mentre è interessante la banchina perché chiarisce e consente di ricostruire e definire la linea di costa e il susseguirsi delle alluvioni negli ultimi duemila anni.
Hanno detto che “si vuole tacere” l’importanza dei ritrovamenti?
Non vogliamo tenere nascosto nulla: io sono qui. Parlo con i giornalisti e con chiunque, come sto facendo ora.
Qual è la sua politica, scavare o no?
La mia politica è non far scavare ma piuttosto conservare. La ritengo, quando possibile, la migliore strategia per la tutela del patrimonio artistico-archeologico.
Trova ci sia attenzione per gli Scavi archeologici di Ostia antica?
Il problema  di Ostia Antica è che viene fagocitata da Roma. Può darsi occorra maggiore promozione anche se il parco archeologico è il quarto sito italiano più visitato nel nostro paese dopo il Colosseo e gli scavi di Pompei. Abbiamo circa 300, 350 mila visitatori l’anno. Negli ultimi due anni, complice la crisi, abbiamo avuto una leggera flessione anche se negli ultimi 25 anni c’è stato un notevole rilancio ed una crescita grazie anche alla gestione di Anna Gallina Zevi.
E adesso? Quali sono i principali problemi?
Occorre una politica di valorizzazione. E poi maggiori risorse. Prima c’erano maggiori risorse economiche a disposizione. Certo non abbiamo la popolarità del Colosseo e adesso gli Scavi sono condannati ad un degrado continuo per la mancanza di manutenzione. Per la difficoltà di assicurare quegli interventi ordinari di manutenzione. Per fare un esempio, fra tre mesi andrà in pensione il falegname: e non possiamo rimpiazzarlo. C’è il blocco delle assunzioni: è gravissimo. Adesso siamo circa 115 dipendenti in tutto tra operai, amministrativi, tecnici. Di restauratori ne abbiamo solo due quando ne occorrerebbero almeno otto e non per interventi straordinari bensì per l’ordinario.
E l’accorpamento delle Sopraintendenze che tanto ha fatto discutere?
L’accorpamento c’è stato ma Ostia Antica ha una sua identità. Una peculiarità che si è guadagnata in circa cento anni.
Maria Grazia Stella