Acqua Marcia e Sielt: Si cerca la confusione mediatica per nascondere le reali responsabilità

23 aprile 2011 | 16:55
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Acqua Marcia e Sielt: Si cerca la confusione mediatica per nascondere le reali responsabilità

Porto turistico, dalla “guerra” di comunicati si  sta passando ai Tribunali

Il Faro on line – La polemica sui lavori del porto turistico si arricchisce di due nuove prese di posizione, una di Acqua Marcia e una di Sielt. Riceviamo e pubblichiamo.

Acqua Marcia

Con riferimento a quanto dichiarato agli organi di informazione da Save Group, Acqua Marcia non comprende e contesta fermamente le ragioni del proprio coinvolgimento da parte della Save, non vantando rapporti diretti con la predetta società.
Pur non accettando il contraddittorio con la subappaltatrice, non può non rilevare, tuttavia, che la Save, nel disperato tentativo di celare le proprie inadempienze, sta cercando di chiamare in causa tutte le Imprese interessate alla realizzazione dell’opera, al solo fine di generare estrema confusione e creare inutili e dannosi allarmismi mediatici. Acqua Marcia, che ha già pubblicamente e più volte chiarito la propria posizione, si riserva di valutare l’opportunità di intraprendere ogni azione a tutela del buon nome e dei diritti lesi.
firmato: Acqua Marcia

Sielt

E’ ormai di tutta evidenza il tentativo, peraltro disperato, da parte di Save di voler innescare una quotidiana querelle mediatica, trascinando così SIELT e le sue danti causa in un’estenuante polemica pubblica.
Ciò al fine di confondere la realtà dei fatti e nascondere le gravi inadempienze di Save nei confronti dei fornitori e delle ditte, che hanno portato allo stallo nei lavori di realizzazione del porto turistico di Fiumicino e al successivo recesso dal contratto da parte di Sielt Immobiliare Srl.
Non è più accettabile il tentativo di ribaltamento della realtà che Save Group sta cercando in ogni modo di mettere in atto, e Sielt non intende prestarsi a questo bieco gioco, avendo già pubblicamente e più volte chiarito la propria posizione.
La Save – che ad oggi non ha ancora rilasciato le aree, nonostante il recesso di Sielt –  sarà presto chiamata nelle opportune sedi civili e penali per rendere conto della propria condotta nella realizzazione del porto e delle gravi accuse che quotidianamente rivolge nei confronti di Sielt e delle sue danti causa.
La realtà è una sola: un’opera di fondamentale importanza ad oggi è bloccata esclusivamente per l’ostruzionismo di un’Impresa che ha dimostrato in corso d’opera di non avere più le qualità necessarie e garantite contrattualmente, al fine di eseguire correttamente e nel rispetto dei tempi contrattuali i lavori, così come previsti ed accettati da Save, che – dopo pochi mesi dal’inizio delle lavorazioni – ha iniziato ad avanzare richieste economiche esorbitanti, a fronte di pagamenti puntuali ed accettati dalla subappaltatrice senza riserve.
Le accuse oggi mosse dalla subappaltatrice non trovano riscontro nei fatti: la Sielt e le proprie danti causa, al contrario di quanto sostiene la società emiliana, e a conferma della volontà e dell’assoluta capacità imprenditoriale di proseguire nella costruzione del porto, sono ancora in queste ore impegnate direttamente con propri rappresentanti – e nell’assoluta latitanza di Save – nella trattativa con le ditte che vantano crediti verso quest’ultima (per i quali hanno sospeso i lavori), per trovare una soluzione alle loro richieste.
A ciò si aggiunga il rifiuto dell’Impresa di partecipare in contraddittorio a tutte le operazioni conseguenti al recesso della Sielt, così rifiutando implicitamente la riconsegna delle aree ed impedendo la ripresa immediata dei lavori.
firmato: Sielt