“Clinica Sant’Anna, serve una risposta per il territorio”

3 maggio 2011 | 15:19
Share0
“Clinica Sant’Anna, serve una risposta per il territorio”

Tavolo tecnico tra Comuni di Pomezia, Ardea e Asl

Il Faro on line – E’ stato il sindaco di Pomezia Enrico De Fusco (nella foto a sinistra) a ‘fare gli onori di casa’ questa mattina per la convocazione del tavolo tecnico tra Comuni (Pomezia e Ardea), Asl e clinica Sant’Anna che si è svolto presso il palazzo comunale di Pomezia. Tavolo al quale era stata invitata anche la Regione Lazio ma al quale la stessa (Presidenza e sub commissario) non ha inteso partecipare per “incompetenza di ruoli”.

“Non era mia intenzione – ha spiegato subito il sindaco De Fusco – creare incidenti politici di alcun tipo, non sto qui a sindacare di chi è o non è la competenza ma piuttosto capire insieme a tutti voi quale strada si deve percorrere per risolvere una volta per tutte in maniera definitiva il problema dell’accreditamento della Sant’Anna che ribadisco – ha detto De Fusco – è l’unica struttura sanitaria per un vasto territorio che copre un’utenza di circa 110mila residenti tra Pomezia e Ardea, utenza che d’estate tocca le 300mila unità”.

Più duro nei toni il collega sindaco di Ardea Carlo Eufemi (nella foto a destra) “gli unici diritti lesi non sono certo della Regione Lazio ma dei cittadini. La Regione resta in silenzio e prendiamo atto che – al di là di ogni ragione – oggi non c’è. Non ha risposto neanche alla lettera inviata dal sottoscritto che sollecitava proprio un tavolo sulla questione. Sono al fianco del  sindaco di Pomezia, appoggio e condivido la sua iniziativa di oggi tesa esclusivamente a dare risposte immediate al territorio”.

Il sindaco nella premessa al tavolo ha ripercorso le precedenti ‘disavventure’ della clinica e le battaglie fatte per risolvere le problematiche di allora ricordando anche l’intervento, chiesto dal sindaco stesso, del Prefetto di Roma nell’estate del 2008. Oggi – la questione è ormai nota – la clinica Sant’Anna rischia nuovamente la chiusura poiché a causa della mancata erogazione dei fondi da parte della Asl RmH la proprietà ha annunciato che dal prossimo 7 maggio non sarà più in grado di pagare gli stipendi e dunque proseguire con la fornitura dei servizi al territorio. Sulla questione del mancato pagamento dei fondi è stato proprio il direttore generale dell’azienda sanitaria, Dott. Alessandro Cipolla, a spiegare la situazione che di per sé è molto semplice. “Siamo pronti a sbloccare il flusso – ha detto – non appena dalla Regione ci verrà consegnato un documento che ci garantisce oltre all’autorizzazione all’attività anche  il riconoscimento dell’accreditamento”.

In sintesi c’è un atto con cui nel 2009 è stata nuovamente autorizzata l’attività della clinica dopo la  sospensione per cause legate a mancanze tecniche, oggi il competente ufficio regionale deve solo “aggiungere tre righe in cui spiega che in quell’atto era implicito anche l’accreditamento. Tutto qui e la questione sarebbe risolta in maniera definitiva. Purtroppo – ha proseguito Cipolla – oggi chi doveva esserci (la Regione appunto) per dare risposta definitiva non c’è e la soluzione va per forza rinviata”.

A  sostegno della semplicità della questione ci sono una serie di particolari che val la pena ricordare: nel budget di spesa del servizio sanitario della Asl RmH è inserita anche la voce Clinica Sant’Anna così come la stessa struttura sanitaria è citata nel decreto 80 della Regione Lazio inserita nella rete delle emergenze per il Lazio. “Quindi – ha aggiunto Cipolla – è evidente che la clinica è riconosciuta – così come noi la riconosciamo – struttura valida, necessaria ed eccellente”. 

Al termine dell’incontro Enrico De Fusco e Carlo Eufemi insieme hanno chiesto al direttore generale della Asl RmH di portare un messaggio domani in Regione, dove è convocato un tavolo per una questione legata ad un ospedale dei Castelli romani, per ribadire la necessità di “fornire adeguata ed immediata risposta perché i sindaci insieme sono pronti a qualsiasi ulteriore forma di protesta qualora non si risolva la questione. Dobbiamo – hanno detto all’unisono – badare alla sostanza del problema e alle necessità reali del nostro territorio”.