Un museo negli abissi di Ventotene

23 maggio 2011 | 23:52
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Un museo negli abissi di Ventotene

si potranno vedere meravigliosi relitti grazie a una ‘supertelecamera’

Il Faro on line – Un vero e proprio museo sott’acqua. I meravigliosi relitti, scoperti negli abissi di Ventotene, la più piccola isola abitata delle Pontine, non saranno più uno spettacolo inaccessibile, ma diventeranno presto un museo subacqueo a oltre 100 metri di profondità grazie a una ‘supertelecamera’ che trasmetterà immagini in diretta, visibili da chiunque via web.
“I lavori partiranno a luglio e ci auguriamo che tutto sia pronto entro la festa di Santa Candida, patrona dell’isola, che si celebra il 20 settembre», riferisce all’Adnkronos Annalisa Zarattini, responsabile del Nucleo operativo archeologia subacquea della Soprintendenza dei Beni Archeologici del Lazio.
Il primo museo di archeologia subacquea ‘in sitù è frutto del progetto Simar (Sistema integrato marino per l’archeologia), ideato dalla sezione di archeologia subacquea della Soprintendenza ai beni archeologici del Lazio, e realizzato dalle società Westend e Teknomar, in collaborazione con la Riserva marina protetta dell’isola di Santo Stefano e il Comune di Ventotene. Ma il primo importante passo è stata la scoperta – grazie al lavoro della Soprintendenza italiana in collaborazione con la fondazione americana Aurora Trust – dei relitti di cinque antiche navi romane, perfettamente conservate, trovate scandagliando con il sonar il fondo marino al largo dell’isola.
Si tratta di navi commerciali naufragate tra il primo secolo avanti Cristo e il quinto secolo dopo Cristo. Sono tra i relitti a maggiore profondità scoperti negli ultimi anni nel Mediterraneo, e proprio il fatto di essere a una profondità di circa 100 metri li ha preservati così bene. Evidentemente le navi cercavano riparo, ma non ce l’hanno fatta: trasportavano pregiata salsa di pesce dalla Spagna al Nord Africa, e un carico di lingotti di metallo dall’Italia, destinati probabilmente alla costruzione di statue o armi. Secondo gli archeologi le navi danno indicazioni sugli scambi commerciali nell’impero romano: dapprima Roma esportava i suoi prodotti alle province in espansione, poi cominciò gradualmente a importare sempre più dalle province i prodotti che un tempo produceva.