Protesta pendolari, Trenitalia: “Per anni non abbiamo potuto investire”

2 giugno 2011 | 14:51
Share0
Protesta pendolari, Trenitalia: “Per anni non abbiamo potuto investire”

“Dalla Regione avevamo solo corrispettivi per le spese correnti

Il Faro on line – «Come noto a fronte di una forte crescita della domanda di trasporto ferroviario regionale nel Lazio, gli ultimi investimenti significativi in nuovi treni risalgono a oltre dieci anni fa. Questa mancanza di investimenti è stata la conseguenza del fatto che i corrispettivi del servizio erano definiti in modo da coprire esclusivamente le spese correnti e inoltre non erano possibili contratti pluriennali per consentire l’eventuale ammortamento di nuovi treni». Lo afferma Trenitalia in merito alle proteste dei pendolari della linea FR5 (Roma-Civitavecchia) che hanno occupato i binari martedì scorso a Ladispoli.
«Le conseguenze di questa situazione – aggiunge la nota – sono che l’età media dei treni circolanti sulla rete della Regione Lazio è oggi di circa 30 anni, con evidenti criticità in termini di affidabilità e confort, ma soprattutto che in mancanza di nuovi treni non è possibile adeguare istantaneamente l’offerta alle richieste della Regione. Questa situazione critica è stata affrontata dalla Regione Lazio, grazie anche al mutato contesto normativo, con la stipula di un nuovo Contratto di Servizio della durata di sei anni rinnovabile di altri sei anni che prevede regole e corrispettivi tali da attivare un piano di investimenti pari a 266 milioni di euro corrispondenti a 26 nuovi treni e diversi convogli ristrutturati. Grazie al rispetto di questo piano già nelle prossime settimane inizieranno a circolare 2 ulteriori treni, il primo da metà giugno, con nuove carrozze ristrutturate e un primo nuovo convoglio sarà operativo entro l’anno».
Per Trenitalia «l’episodio che ha scatenato la protesta a Ladispoli è legato a problemi tecnici non
riconducibili a questioni di programmazione/sviluppo del servizio di pertinenza della Regione. In merito all’occupazione dei binari, il Gruppo Fs fa presente che questa forma di protesta, oltre a procurare disagi ai viaggiatori, è reato per interruzione di pubblico servizio per il quale l’azienda sta procedendo a sporgere querela oltre che a richiedere il ristoro dei danni».