Pambianchi fermato a un passo dal sogno

14 giugno 2011 | 17:01
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Pambianchi fermato a un passo dal sogno

Ormeggiati a Fiumicino i due yatch, Chimera e Dabliu, finiti sotto sequestro

Il Faro on line – Avrebbe dovuto leggere la sconfitta nella battaglia per la conquista della Camera di Commercio di Roma come un cattivo presagio. Quel giorno, l’inchiesta che oggi ha portato in carcere Cesare Pambianchi, presidente di Confcommercio di Roma e del Lazio, scorreva sottotraccia già da parecchi mesi, almeno dalla fine del 2009. Così, il 15 settembre dello scorso anno, il suo sogno di assumere la presidenza della Camera di  Commercio di Roma rimase imbrigliato nella rete tessuta dalla associazioni per designare il successore di Andrea Mondello. Eppure, fino alla sera prima, Cesare Pambianchi era sicuro – e sosteneva di aver avuto rassicurazioni in tal senso – che la poltrona di via dè Burrò sarebbe stata sua. Per lui, aveva confidato alle persone più vicine, sarebbe stato il coronamento della sua carriera che lo ha visto, negli anni, collezionare incarichi nelle più prestigiose aziende del sistema romano. Nel giro di poche ore, invece, gli accordi erano stati stravolti e la nomina di Giancarlo Cremonesi, presidente di Acea, aveva definitivamente infranto il suo sogno. Ora, alla luce dell’inchiesta, tutto sembra riacquistare una logica, tanto che alcuni tra i membri del consiglio della Cciaa rivendicano il merito di aver evitato che il ricchissimo ente camerale finisse travolto da  uno scandalo di tale portata. Il 16 settembre 2010, il giorno dopo la sconfitta per la Cciaa, era arrivata la notizia che il suo nome figurava tra gli indagati nell’ambito di un’inchiesta della Procura su un presunto giro di evasione fiscale che, oltre a lui, oggi ha portato all’arresto di altre 45 persone.

La delusione per la mancata elezione alla presidenza della Cciaa lo aveva portato allo scontro aperto con il sindaco Gianni Alemanno che in primo momento gli aveva assicurato il suo appoggio, anche pubblicamente, salvo poi «benedire» la nomina di Cremonesi. Pambianchi non perse occasione per esprimere il suo «disappunto», anche con gesti clamorosi, come quando disertò un incontro con il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano organizzato al Macro per celebrare la nascita della «nuova» Roma Capitale. I due tornarono a stringersi la mano solo alo scorso dicembre, in occasione dell’incontro tra il sindaco e i commercianti del centro per fare la conta dei danni provocati dai black bloc durante gli scontri esplosi dopo la fiducia al governo Berlusconi. Il lavoro delle rispettive diplomazie andò a buon fine e oggi il sindaco, oltre ad augurarsi che Pambianchi «abbia modo di dimostrarsi innocente rispetto all’accusa che gli viene mossa», ha auspicato «che nessuno voglia strumentalizzare e fare sciacallaggio politico su questo arresto». «Ricordiamoci – ha aggiunto – di quando, fino a pochi giorni fa, Pambianchi era corteggiato da tutti i versanti politici».

Classe 1946, Pambianchi (nella foto) si è laureato in Economia e commercio a «La Sapienza» e ha poi acquisito l’abilitazione di dottore commercialista, attività esercitata assieme a Carlo Mazzieri – anche lui agli arresti, nello studio ai Parioli finito sotto sequestro. Negli anni ’70 si è occupato principalmente delle imprese alberghiere di famiglia. Negli anni ’80 ha investito in attività immobiliari e turistiche, mentre nei ’90, nel ’96 precisamente, ha debuttato nel settore sportivo ponendo le fondamenta della «Dabliu», la catena di centri sportivi e di benessere. Tra i suoi tanti incarichi, figurano la vicepresidenza del Car, siede nel consiglio confederale di Confcommercio ed è consigliere del Crel. Ed è presidente di Assonautica romana: la barca è una delle sue grandi passioni. Ma sui due yatch gemelli, Chimera e Dabliu, ormeggiati a Fiumicino, ora ci sono i sigilli della Guardia di finanza.

L’INCHIESTA- OPERAZIONE “FUORI TUTTO”

Per gli inquirenti è stata scoperta «una macchina del malaffare perfettamente oliata. La criminalità dei colletti bianchi». Sono scattate le manette per 45 persone, un’associazione a delinquere che coinvolge commercialisti, avvocati, notai e bancari romani il cui unico obiettivo era quello che evadere il fisco. In cella è finito anche il presidente della Confcommercio di Roma e Lazio Cesare Pambianchi e il collega commercialista Carlo Mazzieri, titolare dello stesso studio professionale. Secondo gli inquirenti sono loro «i promotori dell’associazione a delinquere» e gli «ideatori e realizzatori diretti e indiretti di soluzioni fraudolente personalizzate in favore dei vari gruppi imprenditoriali, clienti dello studio». L’operazione, denominata ‘Fuori Tutto’, è stata condotta dal Nucleo speciale di polizia tributaria. Sotto accusa, hanno fatto sapere i militari, ci sono 703 società, che hanno debiti erariali per 550 milioni di euro.
Di queste, 300 sono state trasferite all’estero.