Il Tar: “Legittimo il commissariamento dell’Autorità portuale”

27 giugno 2011 | 18:02
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Il Tar: “Legittimo il commissariamento dell’Autorità portuale”

“Il ministro – si legge nella sentenza – può esercitare il proprio potere di vigilanza, anche attraverso la rimozione d’imperio”

Il Faro on line – È legittimo il commissariamento dell’Autorità portuale di Civitavecchia in quanto “unico rimedio possibile per eliminare gli effetti pregiudizievoli di una ormai radicata non corretta gestione delle attività”. È la conclusione cui è giunto il Tar del Lazio nel respingere il ricorso con il quale l’ex presidente Fabio Ciani la sua rimozione alla guida dell’Autorità e la nomina del capitano di vascello Fedele Nitrella quale commissario straordinario. Il commissariamento fu disposto dal ministro Matteoli il 16 novembre 2010 per presunte irregolarità nella gestione dell’ente. Ciani ha contestato il provvedimento non solo lasciando sottintendere (lo sottolinea anche il Tar della sua sentenza) l’esistenza di ragioni puramente politiche alla base del commissariamento, ma anche sostenendo il non coinvolgimento della Regione in tutte le fasi del procedimento. Per il Tar “il ministro – si legge nella sentenza – può esercitare il proprio potere di vigilanza, anche attraverso la rimozione d’imperio degli organi direttivi dell’Autorità portuale, e la successiva nomina di organi straordinari” e “nessun appunto può essere mosso avuto riguardo all’effettivo coinvolgimento della regione Lazio nel procedimento”. A questo proposito i giudici precisano che “la Regione  certamente non poteva essere coinvolta nell’attività di vigilanza, che invece è riservata al solo ministero”. La conclusione è che “può ritenersi che il principio di leale collaborazione tra Stato e Regione si sia pienamente realizzato, in modo adeguato, a livello di acquisizione di assenso formale sulla nomina del Commissario straordinario,  mentre sono inconferenti, sul punto, le lamentate violazioni procedimentali, che sono invece proprie del procedimento di nomina del Presidente dell’Autorità”. Per i giudici, infine, il provvedimento “dà adeguato conto non solo di una comprovata inadeguata gestione del settore demaniale” ed “evidenzia il conflitto creatosi tra il presidente dell’Autorità portuale e il ministero vigilante, attribuibile esclusivamente al comportamento del primo”.