Tanti i saluti delle autorità
Il Faro on line – “L’atto più alto e più fecondo della libertà umana sta più nell’accoglienza che nel dominio”. Sono prospettive come questa che l’Unicef ha fatto proprie e cerca di diffondere alla comunità. E ancora una volta grazie al loro lavoro abbiamo un esempio di accoglienza sincera.
Infatti i volontari della sede Unicef di Civitavecchia, insieme all’Associazione “ Le Radici e le Ali” hanno organizzato una grande festa per onorare i piccoli “ ambasciatori di pace” del popolo Saharawi. Uno spettacolo molto allegro ricco di canti, balli, recitazione, ma anche di molta commozione, come testimoniavano gli occhi lucidi dei numerosi partecipanti.
I bambini Saharawi sono stati accompagnati per l’occasione da Alessandro Battilocchio, dalla delegata al volontariato Daniela Cedrani del Comune di Tolfa e dall’assessore Pamela Pierotti.
Brevi e innumerevoli gli interventi di saluto tra cui quelli del presidente del Centro Sociale C. Chenis Patuzzi, del sottosegretario ai Beni Culturali Francesco Giro che, pur impegnato nel suo tour nel comprensorio ha voluto salutare i piccoli.
“Come responsabile del Comitato Unicef di Civitavecchia, insieme a tutti i volontari, alla maestra Cristiana Mari, agli alunni della scuola elementare A. Cialdi “ Ambasciatrice Unicef”, ai genitori, a Selene Casamassima, e Federico Dalessandris, devo dire grazie a tutti e siamo felici e soddisfatti per questa giornata di solidarietà, senza dimenticare i piccoli bambini del Corno d’Africa, colpiti da una tragica carestia” dichiara Pina Tarantino.
Nel pomeriggio poi, i volontari Unicef hanno accompagnato i piccoli, presso l’Hotel “ Le Palme” dove la delegata al marketing Maria Cristina Scocchia del Comune di Santa Marinella ha preparato per loro un buon “pranzetto”.
Sono giornate come questa il terreno fertile per comprendere una volta per tutte, come scrive Pannikar, che “l’etica contemporanea deve confrontarsi con un novum che non si era mai verificato nella storia: il novum di tanta gente che muore di fame, di sete, di stenti e di violenza. E che attende una redenzione concreta: non annuncio di principi etici, ma un comportamento operativamente salvifico, purificato di ogni pretesa messianica”. Come quello mostrato oggi dai volontari di Unicef.
D.T.