Comparto ittico duramente colpito dalla crisi

9 agosto 2011 | 00:44
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Comparto ittico duramente colpito dalla crisi

Stop alle attività di pesca dal 1 agosto al 30 settembre

Il Faro on line – La crisi socio-economica che affligge l’Italia non risparmia il comparto ittico. Da una politica inadeguata per il sostegno delle risorse, al rilascio di un numero eccessivo di autorizzazioni per la pratica di pesche poco selettive, scarsità di canali commerciali, bassa valorizzazione del pescato di seconda qualità, mancanza di un fermo pesca adeguato alle esigenze e legato agli effettivi periodi di riproduzione delle specie ittiche, politiche di riconversione troppo teoriche e molto poco attuabili senza una condivisione effettiva del percorso di cambiamento.

Lo stop alle attività di pesca va in questa direzione: in Adriatico, da Trieste a Bari, dal 1 agosto al 30 settembre mentre per lo Ionio ed il Tirreno; da Brindisi ad Imperia, dal 30 settembre al 29 ottobre. Il decreto prevede una copertura finanziaria importante, di circa 22 milioni di euro, che consentirà di indennizzare le imprese di pesca per 45 giorni lavorativi in Adriatico e per circa 21 giorni in Tirreno. Per gli equipaggi vi è l’impegno dell’Amministrazione di attivare la cassa integrazione in deroga.

Ma il fermo da solo non basta, mi hanno precisato tanti pescatori, soprattutto se attuato in un periodo poco importante per la tutela e la riproduzione delle specie ittiche.
Anche il dopo fermo diventa fondamentale perché solitamente si sbarca tanto pesce e i prezzi crollano, e per guadagnare qualcosa in più si aumenta lo sforzo di pesca, vanificando così gran parte del fermo attuato. Occorrerebbe pertanto limitare a quattro i giorni di uscita in mare per unità nel periodo post-fermo. Tante le promesse fatte in passato ai pescatori: dal riconoscimento della pesca professionale nell’elenco dei lavori usuranti all’applicazione di una tassazione forfetaria, per finire con la realizzazione sulle isole minori di abbattimenti fiscali per investimenti atti soprattutto a evitarne lo spopolamento e la riconversione in una pesca maggiormente selettiva ma dotata di ammortizzatori utili a considerare le peculiarità delle isole minori.
Andrea Brengola