“Area Eni, ci sono anche spazi per strutture non portuali”

17 agosto 2011 | 00:33
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“Area Eni, ci sono anche spazi per strutture non portuali”

Leccese (Pdl): “Bisogna capire l’offerta turistica della città”

Il Faro on line – “Lo sviluppo della portualità è uno dei temi importanti della città. Nessuno ha mai asserito il contrario. A riprova di ciò il PdL geatano ha dimostrato grande attenzione al problema sostenendo il grande lavoro del presidente della Provincia Armando Cusani sulla redazione di un autorevole studio del settore”. Lo dice il coordinatore del Pdl gaetano Cristian Leccese il quale spiega che “la portualità ha certamente bisogno di spazi ed infrastrutture adeguate, oltre che naturalmente di una adeguata viabilità, e da tempo gli operatori portuali stanno lavorando con l’Autorità portuale per realizzare gli interventi necessari”.

“Nessuno ha mai messo in discussione questo. – prosegue Leccese – Bisogna però fare i conti con le esigenze residuali della città e capire che l’offerta turistica, i servizi ed il piccolo artigianato, compresa la cantieristica, sono a pezzi e necessitano di una risposta importante”.

“Utilizzare una parte dell’area Eni per servizi, come l’Università, o una infrastruttura di attrazione turistica, secondo Leccese, non è una idea peregrina. Non si sottraggono – precisa – spazi importanti alla portualità e può essere utilizzata l’area più a contatto con il tessuto urbano attuale che costeggia via Sant’Agostino. Non mi sembra di mettere a rischio lo sviluppo del porto che potrà contare non solo sulla previsione urbanistica dell’attuale area, ma anche sui già esistenti piazzali di Bevano, Arzano e dello stesso porto commerciale”.

È chiaro però che ci vuole un nuovo Piano regolatore consortile, “in quanto – sostiene Leccese –  quello inserito nel protocollo d’intesa con l’Eni è vecchio di vent’anni e non è più rispondente le esigenze del territorio. È un piano regolatore del 1991 che, ad esempio, prevedeva l’insediamento di attività industriali, quando nel 2000 lo scenario macroeconomico ed economico territoriale è radicalmente cambiato”.

“Un nuovo Piano – conclude Leccese – può essere concepito o attraverso una variante o attraverso i Piani particolareggiati, procedendo ad indire  un concorso internazionale di idee come più volte sottolineato dal presidente del Consorzio industriale del sud pontino Salvatore Forte. Infine, non comprendo le difese d’ufficio insensate dei vertici del Movimento progressista i quali continuano a non rendersi conto che siamo quasi giunti al termine della consiliatura e che il loro leader Raimondi non ha ancora portato un solo progetto all’attenzione del Consiglio comunale”.