“Golfo area sensibile”, le richieste del Pd

1 settembre 2011 | 15:00
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“Golfo area sensibile”, le richieste del Pd

Carta chiede che le attività realizzate a mare non vengano raccolte in un programma organico e condiviso dai Comuni del Golfo

Il Faro on line – Il Partito democratico di Formia chiede alla Regione Lazio di approvare la Legge del 19 marzo 2008 finalizzata a dichiarare il “Golfo di Gaeta area sensibile”.

“Il 4 marzo del 2008, l’allora consigliere regionale Aldo Forte presentò come un suo successo personale l’approvazione di tale Legge da parte del Consiglio regionale del Lazio. Dichiarò testualmente: ‘ho individuato, prima di tutto, alcuni siti cosiddetti riparati nell’ambito della nostra regione. Tra i quali il Golfo di Gaeta. Nell’ambito di questi siti riparati è prevista la possibilità di impiantare una percentuale minima di attività di allevamenti ittici’. Oggi – afferma Francesco Carta – la percentuale di acqua adibita a questo tipo di attività è superiore al 6%; con l’attuazione della legge appena approvata questa percentuale sarà dimezzata. Gli allevamenti sono ancora lì ad occupare centinaia di migliaia di metri quadrati davanti la spiaggia di Vindicio”.

“Sono partito da questa vicenda  per una ragione essenziale – ribadisce il coordinatore del Pd – in quanto lo specchio d’acqua antistante la spiaggia di Vindicio è notevolmente penalizzato  dall’azoto e  dal fosforo provenienti dagli allevamenti”.

La creazione di una barriera perpendicolare alla costa a ridosso della foce del torrente Pontone, lunga 800 metri, riduce il ricambio d’acqua e rende ancor più asfittico  il mare di  Vindicio. Nel 1970, per studiare il deposito dei radionuclidi Cesio e Cobalto provenienti dalla centrale del Garigliano, la campagna radioecologica effettuata dimostrò che proprio di fronte a Conca avveniva tale deposito. Ciò accadeva ma accade tuttora in quanto le correnti destrorse interne al golfo sospingono verso quella zona tutto ciò che viene a trovarsi nella rada di Gaeta. Vindicio corre il rischio di trovarsi chiusa tra  il porto turistico di Formia, il molo per lo scarico del greggio (con il rischio sempre reale di sversamenti accidentali in mare) e le vasche di allevamento e questo sarebbe un disastro di gran lunga superiore a qualsiasi eventuale erosione. La dichiarazione di area sensibile del golfo di Gaeta  da parte della  Regione Lazio prevede entro il 22 dicembre 2015 che tutti gli impianti di depurazione degli agglomerati di Gaeta e di Formia siano adeguati per l’abbattimento degli inquinanti azoto e fosforo. Dunque restano  decisivi lo spostamento delle vasche fuori dal golfo secondo il protocollo del 2006 (intesa Regione Lazio-Comune di Formia) e soprattutto la riduzione degli impianti come previsto dalla Legge Regionale n. 4 del 19 marzo 2008.

“In sostanza nessuno vuole impedire al Comune di Gaeta di adottare decisioni sul suo territorio – conclude Carta – ma per quanto attiene agli interventi sul mare il discorso è diverso”.
“Gaeta conserva una splendida balneabilità sulla riviera al di fuori del golfo mentre Formia ha necessità di tutelare quella interna”. Carta chiede che le attività realizzate a mare non siano raccolte in un programma organico e condiviso dai Comuni del Golfo.

“Progetti di tale portata non possono riguardare solo l’Autorità Portuale ed i comuni non possono restare Enti di ratifica”. Conclude Carta accusando il “silenzio” del Sindaco di Formia, Michele Forte e dell’assessore regionale, Aldo Forte che nel 2008 “attaccarono le amministrazioni di centro sinistra del Lazio e di Formia responsabili, secondo loro, di aver stipulato un protocollo d’intesa che non prevedeva l’immediato trasferimento degli allevamenti fuori dal golfo e su fondali più profondi a differenza di oggi”.
Andrea Brengola