Ardea che cambia… tra ricordi e rabbia

2 settembre 2011 | 20:00
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Ardea che cambia… tra ricordi e rabbia

Lo Reto (Psi): “Nella lotta tra ‘il meglio per tutti’ e ‘la cupidigia di pochi’ ha vinto, di nuovo, quest’ultima”

Il Faro on line – “Il Patio era un casolare, un po’ il simbolo delle radici di Tor San Lorenzo. Oggi al suo posto troneggia, chiatto e anonimo, un grigio edificio. Cambiano i tempi e anche i simboli: ieri un edificio ‘pensato’, con archi e piani differenziati, oggi un parallelepipedo di cemento. Il Dna di un luogo che un tempo era il ‘buen ritiro’ di professionisti e funzionari pubblici è stato geneticamente modificato e le premesse di un borgo che voleva svilupparsi con una discreta e sobria eleganza sono state ignorate”.

E’ il commento di Franco Lo Reto, portavoce del Psi di Ardea che con amarezza ricorda di aver sognato per anni di come un valido intervento avrebbe potuto rendere più accogliente Piazza del Patio con spazi destinati alla creatività e alla socialità collettiva, alla cultura e allo spettacolo.

“Noi, ingenui contribuenti – spiega –  vagheggiavamo di poter partecipare alla crescita di un luogo pubblico in cui ritrovarci per visitare mostre o socializzare. Attendevamo di poter fruire di un luogo che avesse un’anima e oggi transitiamo davanti ad un cumulo di ferro e calce che al massimo promanerà l’odore di detersivo ed esporrà offerte speciali”.

“Nella lotta tra ‘il meglio per tutti’ e ‘la cupidigia di pochi’ ha vinto, di nuovo, quest’ultima. I benefici economici andranno a favore ‘dei pochi’, gli svantaggi li pagheremo tutti perché la desertificazione del territorio va di pari passo con quella del vivere civile. Il cemento, ancora e solo il cemento nonostante la crisi e le case invendute, è l’unico orizzonte di tanta ignoranza e cafonaggine”.

“I socialisti – continua Lo Reto – alla fine degli anni 2000 proposero ed ottennero l’iscrizione in bilancio dei fondi necessari per l’acquisizione del Patio, e nel 2004 l’allora neoeletto sindaco Eufemi – in un comizio proprio davanti al Patio – promise solennemente che l’edificio, ristrutturato, sarebbe diventato di proprietà della città. Subito dopo quei fondi scomparvero dal bilancio. Noi continuammo a chiederne notizia e il Sindaco continuò a promettere. Ora sappiamo che fine ha fatto la promessa. Una nota positiva c’è: l’epoca Eufemi volge al termine e il suo lascito a Tor San Lorenzo, a differenza delle Piramidi dei Faraoni, sarà soltanto… un parallelepipedo”.