“Pontile petroli, trovare una localizzazione lontana dal Golfo”

8 settembre 2011 | 00:11
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“Pontile petroli, trovare una localizzazione lontana dal Golfo”

L’intervento del rappresentante repubblicano Salvatore Delio

Il Faro on line – Tiene ancora banco la questione della delocalizzazione del pontile petroli a Gaeta. Dopo le richieste provenienti da Formia per l’istituzione di un tavolo di discussione, intervengono anche i repubblicani di Gaeta, attraverso il loro rappresentante Salvatore Delio.

“L’Eni – sottolinea Delio – ha stipulato con gli enti interessati (Consorzio sviluppo industriale sud pontino e comune) un recente accordo per il suo spostamento in luogo più sicuro”.
I repubblicani avevano riportato la questione annosa alla ribalta politica nel 2007, promuovendo anche un intervento di Goletta verde che fece un blitz di abbordaggio simbolico sotto la petroliera. La senatrice repubblicana Luciana Sbarbati fu interessata anche per una interrogazione in merito al Ministro competente.

“Ora, l’accordo sullo spostamento che essi hanno stipulato con l’Eni e gli enti interessati – ribadisce Delio – è peggiore del male che vuole risolvere: costruire un nuovo pontile petroli nel porto commerciale, a 300 metri dalla banchina, nelle vicinanze della zona turistica marittima di elevato pregio per la città di Formia, inciderebbe negativamente sulla sicurezza e sullo sviluppo economico delle coste del Golfo”.

I repubblicani comprendono queste opposizioni alle “intese” Eni-Consind e le condividono. La proposta di Delio e del suo gruppo politico, è quella di trovare per le petroliere attualmente ormeggiata in località la Peschiera a due passi del centro abitato, una nuova localizzazione off shore, lontano dalle coste del golfo dove sono presenti pregiate attività turistiche balneari.
“L’unico modo per risolvere il problema di sicurezza di quelle operazioni di discarica pericolose (trattasi di movimentazioni quotidiane di 40 mila tonnellate di benzine a ridosso delle case) sia quello dell”installazione di una monoboa al largo con oleodotto sottomarino, soluzione adottata generalmente in altri porti quale unica garanzia per prevenire disastri ambientali sotto costa e sulle strutture produttive balneari e insediamenti urbani esistenti”.

“Questa soluzione è molto costosa per l’Eni – conclude Delio – e allora si preferisce sacrificare ancora una volta, dopo 50 anni di pericolo scampato dalla città di Gaeta, vite umane ed economie produttive per fare risparmiare i costi di costruzione e manutenzione di un terminal off shore”.
Andrea Brengola