Scappa dalla clinica, preso figlio del boss della Magliana

17 settembre 2011 | 18:45
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Scappa dalla clinica, preso figlio del boss della Magliana

Era evaso l’11 luglio scorso dalla casa di cura Villa Sorriso sul mare di Formia

Il Faro on line – Condannato a 17 anni di reclusione come mandante del tentato omicidio, ad ottobre 2008, del gestore del ristorante Follia di Lavinio, era evaso l’11 luglio scorso dalla casa di cura Villa Sorriso sul mare di Formia. Daniele Virgutto, 46 anni, residente a Fiano (Roma) arrestato dopo 2 mesi di latitanza, era stato trasferito in una casa di cura dopo avere convinto medici e giudice di sorveglianza di esser malato dopo un rapido dimagrimento. Proprio come il boss della ‘ndrangheta Antonio Pelle, evaso due giorni fa dall’ospedale di Locri dove era ricoverato per una forma di anoressia sembra autoindotta. Virgutto è stato arrestato dai carabinieri della Compagnia di Anzio, al comando del maggiore Emanuele Gaeta, che è riuscito con una serie di indagini ad «incastrarlo». Il latitante si trovava in Umbria ed era in procinto di fuggire in Austria con un’auto. È stato trovato in possesso di una carta di identità perfettamente contraffatta, così come di una delle nuove patenti plastificate con la sua foto e un nome falso. Il comandante del Gruppo di Frascati, colonnello Rosario Castello, ha espresso la sua grande soddisfazione per aver assicurato alla giustizia un latitante cos pericoloso e scaltro, pluripregiudicato anche per tentato omicidio – diretto, senza esserne il mandante – porto abusivo di armi, rapine varie, furti e altri reati. Virgutto aveva ingaggiato un killer bulgaro per far fuori il ristoratore che, secondo lui, gli doveva parte del bottino di una vecchia rapina. «Virgutto – ha spiegato il maggiore Gaeta – entrato in clinica usando la tecnica del dimagrimento rapido, quindi suscettibile di accertamenti medici, ne è fuggito a luglio probabilmente aiutato da complici. Il Tribunale di Velletri ha emesso l’ordinanza di latitanza affidando le indagini alla nostra Compagnia. Abbiamo speso tutto il nostro tempo e l’attività di molti uomini, fino a ieri, per individuarlo con appostamenti, riscontri di vario tipo, pedinamenti. Infatti non usa cellulari, non parla al telefono e ha di certo una rete di appoggi che gli stava permettendo di riorganizzarsi e riarmarsi». Quando è stato bloccato in Umbria, ad esempio, era dotato di documenti perfetti, tanto che i carabinieri stanno pensando o ad un abilissimo falsario o a qualche connivenza negli uffici.