“Nella mia città non si sterminano i piccioni”

21 settembre 2011 | 15:14
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“Nella mia città non si sterminano i piccioni”

Il sindaco Mauro Mazzola risponde all’Enpa che ha criticato l’ordinanza

Il Faro on line – “Non voglio sterminare i piccioni, la mia ordinanza è stata varata a tutela della salute, della gestione e del contenimento dei numeri di questi volatili, che tra l’altro ledono anche il nostro patrimonio architettonico”.

Il sindaco Mauro Mazzola risponde così ai media e all’Enpa che ha criticato l’ordinanza ritenendola illegittima. “Ho ricevuto di contro risposte positive da tanti cittadini – dichiara il sindaco – che da tempo lamentano una situazione divenuta insostenibile e da altrettanti sindaci, che hanno lo stesso problema nella loro città e mi hanno chiesto di poter disporre dell’ordinanza, per poterla  applicare nei loro comuni”.

Certo è che l’ordinanza ha avuto scalpore anche a livello nazionale: “E’ arrivata in città addirittura una troupe di Canale 5 che ha intervistato sia i cittadini sia il sindaco. La mia ordinanza, che ha scandalizzato l’Enpa, è in realtà un provvedimento preso dopo le continue lamentele dei cittadini e le segnalazioni da parte della Ausl, dal Direttore Sanitario dell’Ospedale, da parte dell’Ufficio di Igiene ospedaliero”. 

“Non ho ordinato lo sterminio dei piccioni – continua rivolto all’Enpa – ho detto che per una questione di allarme sanitario si debba fare una selezione. Del resto sul sito della Regione Lazio si trova la legittimazione con la pre-apertura della caccia del 1° e del 3 settembre alla selezione di ghiandaie, tortore, gazze e cornacchie e, in altri momenti dell’anno, la selezione avviene anche per caprioli e cinghiali. E allora perché tanto scalpore per i piccioni. E’ una discriminante allora nei confronti degli altri animali? I piccioni sono troppi e vanno selezionati. E non lo dico così per partito preso, ho fatto fare dalla Polizia Provinciale un controllo numerico ed è risultato veramente eccessivo”.

Il sindaco specifica quindi come non si tratti di un’ordinanza semplicistica e superficiale. “Non capisco perché l’Enpa non voglia comprendere ciò – riferisce  il sindaco – del resto nella mia ordinanza non si parla soltanto di selezione ma di tutta una serie di azioni. Bisognerebbe collaborare in nome non solo della primaria igiene pubblica ma anche per la salvaguardia dei nostri beni architettonici. Il nostro è un problema di tante città e non è un caso se tanti cittadini su youtube apprezzino l’iniziativa come non è un caso che tanti sindaci mi abbiano contattato per avere l’ordinanza ben studiata ed articolata. Non si possono chiudere gli occhi sul fatto che i cittadini stiano provvedendo autonomamente alla situazione, mettendo grano avvelenato, o ‘sparando’ dai tetti e balconi. Credo che le istituzioni abbiano perciò il dovere di intervenire”.