La Cassazione dà ragione al Comune di Formia

6 ottobre 2011 | 00:30
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La Cassazione dà ragione al Comune di Formia

L’intervento sulla richiesta di risarcimento della società Poggio di Mola

Il Faro on line – La Suprema Corte di Cassazione III Sezione Civile ha scritto la parola fine nel lungo contenzioso iniziato negli anni ’80, da parte delle Società CO.GEI.  e Poggio di Mola, proprietarie dell’area della ex D’Agostino, riconoscendo ragione al Comune di Formia con la sentenza n° 15359 pubblicata solo il 29 agosto ultimo scorso.

La vicenda trae origine dall’annullamento operato dal Sindaco Michele Forte della concessione edilizia all’epoca tacitamente asseveratasi per silenzio assenso per la costruzione di un grosso complesso edilizio nell’area della ex fabbrica D’Agostino.
A seguito dell’annullamento della concessione edilizia le Società iniziarono sia un contenzioso dinanzi al Giudice Amministrativo e sia un contenzioso Civile per ottenere il risarcimento dei danni patiti a seguito dell’annullamento.

Inizialmente il Tribunale Civile e poi la Corte di Appello avevano riconosciuto un risarcimento di oltre 1 milione di euro, ma la pronuncia della Corte di Appello, veniva annullata in Cassazione su ricorso dell’Amministrazione Comunale, la quale insisteva nel denunciare l’omessa valutazione del comportamento omissivo delle stesse Società – ree di aver intentato plurime azioni risarcitorie, anziché iniziare i lavori come avrebbe potuto fare in forza delle pronunce favorevoli nel frattempo ottenute dal T.A.R.

Il giudizio veniva pertanto ripetuto dinanzi ad altra Sezione della Corte di Appello di Roma, la quale sulla scorta del principio richiamato dalla Suprema Corte stabiliva il risarcimento dovuto dal Comune di Formia nell’importo minimo di 24 mila euro, regolarmente liquidati dal Comune.

Avverso quest’ultima pronuncia insorgeva la Società Poggio di Mola che adiva nuovamente la Cassazione per vedersi riconoscere un ristoro in misura maggiore o comunque pari a quello inizialmente stabilito.

La Terza Sezione della Corte di Cassazione, con la sentenza di agosto, aderendo alla tesi dell’Avvocatura del Comune, ha però rigettato definitivamente il ricorso della Società, che pertanto oggi nulla può più vantare dal Comune di Formia per il mancato intervento edificatorio  sull’area dell’ex fabbrica dimessa, e per il quale dovrà oggi  conformarsi alle normative edilizie ed urbanistiche vigenti in quella zona.