Berlusconi strappa la fiducia alla Camera, 316 i voti a favore

14 ottobre 2011 | 18:07
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Berlusconi strappa la fiducia alla Camera, 316 i voti a favore

Il premier esulta: “L’agguato è fallito”. L’opposizione: “È finita, perdono pezzi”

Il Faro on line – Con 316 sì il governo incassa la fiducia alla Camera. I no sono stati 301 su 617 votanti. Scene di esultanza tra i banchi della maggioranza a Montecitorio con deputati di Pdl e Lega che hanno fatto la ola. Visibilmente soddisfatto il premier Silvio Berlusconi, che si è anche girato verso i banchi dell’opposizione, comunque semivuoti, per poi dispensare ampi sorrisi all’applauso che i deputati della maggioranza gli hanno voluto tributare dopo il sì alla fiducia.

Fabio Gava e Giustina Destro del Pdl e Luciano Sardelli di Popolo e territorio sono i deputati dei gruppi di maggioranza che non hanno risposto alla chiama, tra i 12 che alla fine sono risultati complessivamente assenti ma le ire della maggioranza si sono scagliate su Luciano Sardelli, ex dei responsabili. In tanti nel Pdl lo definiscono un traditore e un ingrato. Come aveva preannunciato anche a Silvio Berlusconi, il deputato di Popolo e territorio non ha partecipato al voto sulla fiducia nell’aula della Camera. Il Cavaliere lo ha bollato come ”sorpresa negativa”. I due ‘ribelli’ scajoliani e Sardelli dovrebbero iscriversi per ora al gruppo Misto.

Intanto Berlusconi galvanizzato dall’ennesima vittoria in Aula annuncia che ”d’ora in avanti mi trasferirò come sede principale di lavoro in Parlamento, perché le riforme varate dal governo devono essere trasformate in legge”. Berlusconi indica la road map del processo riformatore: ”Abbiamo da attuare la riforma dell’architettura istituzionale, la legge elettorale, le riforma del fisco e quella della giustizia”.Soddisfatto anche il segretario del Pdl, Angelino Alfano secondo cui il governo esce “certamente rafforzato” dal voto di fiducia.

L’esecutivo ha ottenuto “una fiducia piena a numeri pieni, con una maggioranza numerica e politica”. Alfano striglia poi l’opposizione: “Ha tentato di far venir meno il numero legale, ma hanno sbagliato tecnica e strategia. La maggioranza – ribadisce – ne esce rafforzata” e con nuova linfa “per fare le riforme. Scelgono sempre il 14 – afferma con ironia – ma dovrebbero cambiare data. Le forze dell’opposizione – incalza – hanno confermato di non essere una alternativa di governo e di non avere la cultura di governo”.

“Il 14 porta bene. L’anno scorso era il 14 dicembre, ora il 14 ottobre”, commenta il ministro dell’Interno Roberto Maroni subito dopo il voto. “Credo alla cabala anche se sono padano”, aggiunge ironico. Anche il leader del Carroccio Umberto Bossi che a chi gli chiede se sia soddisfatto dice ”sì, mi sembra di sì”.

Momenti di tensione
in Aula si sono registrati, proprio sulla questione del numero legale, tra tre dei cinque deputati Radicali presenti per il voto e alcuni deputati del Pd. Uno scambio di battute piuttosto acceso, infatti, tra Melandri e Nannicini che hanno contestato ai Radicali proprio la presenza in Aula che ha consentito di raggiungere il numero legale, e i deputati Radicali Farina Coscioni, Turco e Beltrandi. Anche Rosy Bindi sbotta: “Quando gli str.. sono str.. galleggiano senz’acqua”. A calmare gli animi ci prova Maurizio Lupi del Pdl: “State calmi che tanto anche senza radicali avevamo superato il numero legale. Stavamo già ai 315”. Ma Bindi replica: “Sì, infatti, difendiamo quei poveri ragazzi…”. Anche se non sono stati determinanti ai fini del numero legale, infatti, secondo la presidente dei Democratici, i radicali continuano comunque a comportarsi “da autosospesi” perché sono entrati in aula prima del via libera del gruppo Pd. “Bersani ha detto: ‘vadano per la loro strada’. Ecco, lo facciano e qualunque cosa dica Pannella – aggiune Bindi – la via giusta è quella nostra”.

Torna invece a spostare la lente su Palazzo Chigi il segretario del Pd Pier Luigi Bersani secondo cui “questo governo morirà di fiducia. Oggi ha avuto un voto al ribasso”, sottolinea Bersani. Il Pd “continua la battaglia” sia con la manifestazione del 5 novembre sia “con la costruzione di un’alternativa che in questi giorni si è rafforzata”.

Per Antonio Di Pietro “il governo non c’è più: non ha una maggioranza politica, ma solo numerica ed è dovuta al fatto che i radicali hanno cercato la loro visibilità”. Il leader dell’Idv manda poi una stoccata ai radicali dimentichi “che ci sono momenti topici in cui ognuno deve assumersi le proprie responsabilità. Li rispetto ma non condivido il loro comportamento”.

Secondo il leader Udc Pier Ferdinando Casini “il voto adesso è più vicino, certamente”. “La strategia di Berlusconi è chiara, limpida: arrivare tra qualche settimana quando lo scioglimento delle Camere sarà possibile per votare nei primi mesi del 2012”.

Le prime novità nel governo dopo il voto di fiducia sono arrivate dal Cdm nel pomeriggio, che ha nominato Katia Polidori e Aurelio Misiti come viceministri, mentre Giuseppe Galati dei Cristiano Popolari e’ diventato sottosegretario all’Istruzione. Il senatore del Pdl, Guido Viceconte, sara’ invece sottosegretaro all’Interno. Al termine del Consiglio dei ministri, il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi si e’ recato al Quirinale per incontrare il Capo dello Stato Giorgio Napolitano.

(Fonte Adnkronos)