Ricettazione di beni archeologici, una denuncia

24 novembre 2011 | 16:20
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Ricettazione di beni archeologici, una denuncia

L’attività si inquadra nel programma di prevenzione e repressione messo in atto dai militari di Anzio

Il Faro on line – I carabinieri della Tenenza di Ardea  coordinati dal luogotenente Antonio Landi, nell’ambito dei servizi di controllo , finalizzati alla prevenzione e alla repressione in materia di reati contro il patrimonio, a seguito di laboriose indagini,  hanno denunciato in stato di libertà un sessantenne originario di Roma e domiciliato ad Ardea,  in zona Pian di Frasso nel comprensorio La Madonnina  ritenuto responsabile di ricettazione e violazione della normativa circa la detenzione di reperti archeologici, artistico e storico.
L’attività, si inquadra in quel programma di prevenzione e repressione che i militari della Tenenza di Ardea stanno ponendo in essere al fine di contrastare i reati  contro il patrimonio tra cui anche l’intercettazione delle rotte dei tombaroli.
Non è la prima volta che nella zona di Ardea il comandante la tenenza con i suoi sottordini rinvengono beni archeologici di notevole interesse; in passato sono stati diversi e numerosi i sequestri effettuati presso abitazioni utilizzate spesso come veri e propri depositi da appassionati che detengono questi beni godendone in via esclusiva oltre ad aver identificato diversi tombaroli, il materiale fin d’ora sequestrato è in bella vista proprio nelle stanze e nell’androne della tenenza, una tenenza che per i continui ritrovamenti da parte dei militi sembra sempre più un museo tanto che spesso scolaresche intere vengono portate in visita e ove è libero accesso a quanti appassionati vogliono ammirare tale opere e reperti. Nella fattispecie i militari della Tenenza di Ardea, al termine di una specifica attività di indagine, consistita in accertamenti, controlli e verifiche hanno raccolto oggettivi elementi di riscontro al termine dei quali hanno individuato un’abitazione dove i reperti erano opportunamente custoditi. In particolare al termine della perquisizione domiciliare veniva rinvenuta e sequestrata un’acquasantiera in marmo bianco di Carrara, con venature grigie, composta da tre parti distinte, base, fusto e vasca, tutte decorate. Nella circostanza, il funzionario ai beni archeologici per il Lazio Archeologo Prof. Francesco Di Mario, archeologo noto per fatto conoscere Ardea al mondo intero  riportando alla luce l’antico porto Rutulo sulla foce del fiume Incastro, scoperta ritenuta la più importante del secolo appena trascorso, il Professore ha stabilito che il pezzo rinvenuto, è da considerarsi di notevole interesse culturale, l’acquasantiera risalente all’epoca fra il XVII e XVIII secolo.
Il reperto è custodito al momento presso gli uffici della locale Tenenza dei carabinieri in attesa che le indagini in corso, svolte anche con l’ausilio dei militari specializzati del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale, possano determinare il canale di approvvigionamento della suddetta opera d’arte.
Luigi Centore