“Un no collaborativo al Piano del Parco del Circeo”

29 gennaio 2012 | 04:26
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“Un no collaborativo al Piano del Parco del Circeo”

Le posizioni di Cusani, Martellucci, Cerasoli, Lucci, Campoli e Schiboni

Il Faro on line – Corposo, dettagliato e inattaccabile, è il documento che ieri è stato consegnato al termine della riunione delle Comunità ricadenti all’interno del Parco Nazionale del Circeo, dove si discuteva dell’approvazione del Piano di governo dell’oasi naturalistica tra le più grandi d’Italia. Un piano che, com’è stato costruito dal presidente Benedetto, i rappresentanti dei Comuni di Latina, Sabaudia, San Felice Circeo e della Provincia di Latina, non se la sono sentita di approvare, del resto questo era stato licenziato soltanto il 22 dicembre 2011 e consegnato alle Comunità del parco il 10 gennaio 2012, mentre il relativo regolamento reso accessibile  soltanto il giorno della riunione. L’incontro con la stampa locale per informare i cittadini dei motivi per i quali non è stato possibile conferire il parere favorevole al documento.

L’assessore provinciale all’urbanistica Fabio Martellucci ha sottolineato come “Il parere negativo espresso dai Comuni che ricadono nell’area del parco è un parere impattante ed è giusto che sia adeguatamente motivato. Noi abbiamo anche ragionato sull’opportunità o meno di dare questo parere perché siamo convinti che la procedura attuata raccatti per strada elementi di annullabilità. Il piano del parco è uno strumento di pianificazione fondamentale perchè individua strategie, obiettivi, azioni, normative, politiche per la conservazione dell’ambiente naturale e quindi dei valori della naturalità. Ma è fondamentale perché individua le attività atte a garantire la conservazione dell’ambiente e del paesaggio, ma anche perché deve interrogarsi su come i valori della natura possano in qualche modo essere un elemento di promozione del territorio.

Ed è questo il senso della sfida che ruota intorno ad un parco: trovare la sintesi perfetta tra la difesa della natura e l’utilizzazione produttiva del territorio. In questi anni ciò che abbiamo chiesto non è quello di diminuire il grado di tutela e di protezione rispetto all’ambiente, ciò che chiedevamo all’ente parco era quello di creare un piano che non fosse esclusivamente e meramente conservazionista e vincolista. Chiedevamo che fosse capace di essere un elemento di promozione e incentivazione, di occasione di sviluppo, e che rappresentasse per le comunità un’occasione vera. Credo che il presidente Benedetto, in scadenza di mandato, abbia avuto la necessità di accelerare e portare a casa l’approvazione di un piano che ha assunto delle connotazioni eccessivamente protezioniste. Un piano che così come ci è stato proposto ingessa il territorio e non dà occasioni di sviluppo, da qui il nostro parere negativo.

Ma è chiaro che noi siamo favorevoli alla conservazione del parco come riserva della biosfera, alla conservazione del lago di Fogliano, Paola, Monaci e Caprolace, dei siti natura 2000, del sistema dunale, della foresta demaniale, del complesso dei laghi costieri, del promontorio del Circeo, degli ambiti marini vicino al parco, e a tutte le azioni di carattere economico che sono compatibili con la tutela dei valori naturali, oltre alla creazione di un marchio del parco che accompagni ogni struttura turistica e commerciale”.

Il sindaco di San Felice Circeo Vincenzo Cerasoli ha rimarcato  che “Per forma mentis votare no è sempre una forzatura e avrei di gran lunga preferito votare si ad un piano condiviso. Il Comune di San felice non condanna le scelte ambientali che sul documento ci sono, anzi avrei voluto addirittura scelte più forti. Il Comune di San Felice, tra l’altro, ha proposto di ampliare nettamente la riserva a mare, cosa che sul piano non abbiamo trovato. Abbiamo inoltre chiesto di porre grosse limitazioni a certi tipi di pesca, anche per quella sportiva e non solo quella professionale, e proposto di utilizzare certi tipi di maglie più grandi per pescare nelle acque del Circeo. Noi abbiamo nei piani urbanisti zone alberghiere approvate dal parco e ci ritroviamo che queste zone devono  diventare servizi di verde pubblico. In buona sostanza c’è stata cancellata la possibilità di fare nuovi alberghi sul territorio comunale. Quello che ci aspettavamo era uno sviluppo rispettoso di tutte le norme per questo siamo stati obbligati a bocciare la proposta,  lasciando la porta aperta e la nostra  massima disponibilità a collaborare”.

Il sindaco di Sabaudia Maurizio Lucci all’accusa rivolta da chi negli ultimi tempi lamentava l’assenza delle istituzioni nella redazione del piano, replica  che nella “Riunione della comunità del parco è emerso chiaramente il grande lavoro operato dai Comuni e il coordinamento della Provincia di Latina. Tutti i rilievi che abbiamo posto sono pertinenti, a iniziare dal mancato aggiornamento delle cartografie, perché chi conosce la materia sa che un millimetro di errore crea molte difficoltà di quadratura. Poiché il piano del parco deve in ogni modo tenere conto dei piani regolatori dei comuni, noi non abbiamo chiesto nuove cubature. Quindi  è falso pensare che le comunità di Sabaudia, San Felice Circeo e Latina vogliono stravolgere uno strumento urbanistico del nostro territorio in maniera devastante. Abbiamo soltanto chiesto, ed è scritto nelle carte che abbiamo presentato, che vogliamo il rispetto del piano regolatore del Comune di Sabaudia, approvato dal Ministero delle Risorse Agricole. Abbiamo detto no all’approvazione del piano anche per il mancato rispetto di alcune esigenze maturate nel corso degli ultimi 20 anni, e non solo quelle legate all’agricoltura. Nel piano vi sono tanti errori e il presidente del parco li dovrà correggere per avere il nostro consenso. Perché è chiaro: il piano del parco di questo territorio non è il piano del presidente Benedetto, ma appartenere alle comunità”.

L’assessore all’urbanistica del Comune di Latina Orazio Campoli ha lamentato “La  mancata  informazione e di conseguenza un vero tavolo di confronto sui tanti temi che sono usciti fuori. Uno dei problemi seri e d’incoerenza riguarda le aree contigue, e cioè non tanto quello che succede all’interno del parco che è sotto gli occhi di tutti, ma quello che succederà sulle aree che i piani di riassetto del parco giudica contigue. Questo significa che, qualora il piano fosse approvato in via definitiva, scatterebbero i vincoli del piano paesistico regionale, quindi è qualche cosa che avverrebbe senza la conoscenza dei cittadini. Al di là degli aspetti procedurali, oggi non c’è uno strumento, un’ azione, un programma che ha previsto la partecipazione delle amministrazioni, ma anche dei comitati, dei cittadini e delle persone comuni che hanno diritto di conoscere quello che sta succedendo e quello che succederà”.

L’ex sindaco di San Felice Circeo e assessore provinciale Giuseppe Schiboni è sulla stessa linea di Campoli: “Ho sempre detto non mi va di firmare nessuna cambiale in bianco senza conoscere la regolamentazione delle aree contigue, perché da queste si attua una strategia di sviluppo del territorio importante. Istituire delle aree contigue senza sapere quale sarà anche la vincolistica significa mettere le imprese ko, perché a oggi stanno facendo dei piani di sviluppo che porrebbero essere vanificati da una distorta applicazione. Lamento, inoltre, una lesione della dignità istituzionale che il presidente del parco ha regalato a piene mani in questi anni ai nostri territori: per il Comune di San Felice Circeo e Sabaudia in primis. Sento il presidente del mio Parco che va in giro a dire che siamo una cittadinanza di banditi, che ogni sanfeliciano ha mediamente dieci case abusive, il tutto basato su dati che non gli danno assolutamente ragione. Oggi giacenti al parco vi sono 1.200 domande di condono, di cui 22 casi di completo abusivismo e non di 8.000”.

“E’ forte l’unità di intenti dei rappresentanti dei Comuni – chiude il presidente Armando Cusani – per la  condivisione del percorso critico seguito, ma anche per essere  in futuro sempre più collaborativi. Siamo convinti di improntare il restante lavoro che ci separa dall’approvazione definitiva del piano da parte della Regione Lazio, con un approccio di grande cooperazione, ma anche di fermezza sulle questioni sostanziali che hanno dentro anche un pezzo di procedura, senza però tirare fuori strumenti formali per eventualmente bloccare il percorso. Noi siamo interessati all’approvazione di un sistema di regole che consentano alle comunità interessate di vivere nel rispetto delle leggi. Chiarezza d’idee che tenteremo di trasmettere al presidente del Parco Nazionale del Circeo, perché in questo momento è lui il nostro interlocutore. Presto organizzeremo una giornata di studio nella quale presenteremo quello che oggi abbiamo detto a pezzi per le città di Latina, Sabaudia, San Felice Circeo. Vogliamo che i cittadini interessati si rendano conto di che cosa abbiamo scritto all’interno del nostro parere, affinchè possano partecipare alle procedure per l’approvazione del piano. Se non vedremo accolte le nostre osservazioni, come Provincia siamo pronti anche a impugnare le eventuali decisioni innanzi al tribunale amministrativo regionale. Ci preoccupa, infine, la fretta del presidente Benedetto, perché se è giusto recuperare il tempo perso è altrettanto vero che dobbiamo lasciare alle future generazioni una scelta che non cancelli anni di previsioni, anche urbanistiche”.