Lavanderia Fondi: sospesa autorizzazione allo scarico

14 aprile 2012 | 00:46
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Lavanderia Fondi: sospesa autorizzazione allo scarico

Legambiente: “Ora è necessario andare fino in fondo per tutelare la salute”

Il Faro on line – Autorizzazione allo scarico sospesa: è questo il risultato delle molteplici segnalazioni di Legambiente circa i cattivi odori provenienti dal Fosso San Giovanni che confluisce nel Canale Acquachiara a Fondi, con evidenti schiume biancastre e forte inquinamento come confermato dalle analisi dell’Arpa Latina che evidenziavano il mancato rispetto da parte di una lavanderia dei limiti di legge previsti.

Dopo diffide e prescrizioni, la Provincia di Latina ha sospeso l’autorizzazione allo scarico per le acque industriali della lavanderia di Fondi e avviato le procedure per la revoca della stessa, a meno della consegna entro 30 giorni di una perizia tecnica giurata che attesti l’avvenuta installazione del sistema di trattamento delle acque reflue industriali reso idoneo a garantire il rispetto dei limiti di legge.

“Dopo le sollecitazioni dei cittadini e di Legambiente arriva una risposta chiara, ora è necessario andare avanti fino in fondo per tutelare la salute del corso d’acqua e dei cittadini -afferma Valentina Romoli, responsabile ambiente e legalità di Legambiente Lazio-. Scarichi reflui e cattiva depurazione sono una delle cause più gravi che minacciano l’ecosistema marino, anche nel Lazio, dove è evidente il caso critico di Latina dove risultano depurate appena l’84% delle acque reflue.”

La vicenda della lavanderia industriale è molto complessa. Dopo il rilascio dell’autorizzazione allo scarico che risale al giugno del 2010, nel novembre del 2011 la ditta fu diffidata a garantire il rispetto dei limiti tabellari per il conferimento delle acque, con 30 giorni di tempo per ripristinare e adeguare il sistema di depurazione. La Ditta chiese poi alla Provincia di Latina una proroga di 90 giorni, che fu concessa visto anche che le acque reflue venivano inviate a “nove serbatoi (…) per utilizzarli come accumulo”, ma i lavori non si erano ancora conclusi alla scadenza (fine marzo 2012). Da qui la sospensione dell’autorizzazione, decaduti i presupposti per il mantenimento del provvedimento, e la richiesta alla Polizia Provinciale di verificare le modalità di gestione dei reflui originati dall’attività.