Beach Soccer, il Mare di Roma “chiama” la politica: Vizzani, dove sei?

6 settembre 2012 | 03:31
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Beach Soccer, il Mare di Roma “chiama” la politica: Vizzani, dove sei?

Denunciato con amarezza l’assoluto disinteresse del mondo lidense alle gesta della squadra. Polemiche anche con la Federazione: “Da rivedere i parametri per la scelta degli atleti che vanno in Nazionale”

Il Faro on line – Doveva essere una cena di fine stagione, alla presenza del presidente Antonio Cannone e con la soddisfazione di essere arrivati alle finali nazionali. Invece l’ultimo atto del 2012 del Mare di Roma Beach Soccer (unica squadra della Capuitale, nata a Fiumicino ma ormai da anni con sede a Ostia) si è trasformato in un atto d’accusa per la politica lidense, assolutamente lontana da questo sport sia sotto la forma contributiva sia sotto quella dell’interesse. Eppure Ostia è una città di mare, che sul concetto di “beach” ha fondato le sue fortune. Ma evidentemente gli sport cosiddetti “poveri” non attraggono l’attenzione della classe dirigente. “Eppure – ha spiegato il supervisore tecnico, Massimiliano De celis – il movimento del beach soccer potrebbe portare ricchezza a una città di mare; potrebbe riempire gli alberghi, attrarre i mezzi di comunicazione. Invece niente, nessun interesse. Basti pensare che alla conferenza stampa di presentazione della stagione il presidente Vizzani non si è nemmeno presentasto, e il suo addetto stampa aveva promesso un incontro che non c’è mai stato. Di più: gli avevamo regalato la maglietta della nostra squadra, la squadra lidense, con il suo nome scritto sulle spalle. Beh, nemmeno un grazie, una telefonata…”

C’è molto amaro in bocca tra i dirigenti, i tecnici e gli atleti del Mare di Roma. Va bene che nessuno è profeta in patria, ma essere ignorati in maniera così plateale quando si arriva alle fianli di Serie A di uno sport che diventerà Olimpico è davvero un brutto segnale per il territorio. “Nonostante l’appoggio istituzionale sia stato toalmente assente – ha proseguito De Celis – andremo avanti sperando in migliori fortune. Il prossimo anno puntiamo a giocarci lo scudetto, ad essere cioè competitivi per il titolo. Ci serviranno un paio di rinfforzi, poi se anche le Istituzioni facessero la propria parte non sarebbe male…”

Va sottolienato come non ci sia ancora un campo attrezzato per gli allenamenti invernali. Non una struttura coperta e riscaldata, il Mare di Roma non chiede questo, ma almeno un campo regolamentare con le tribune che possa diventare punto di riferimento anche per tutti i ragazzi e ragazzini che si avvicinano sempre più a questo sport. Non a caso il Mare di Roma è, insieme ad un team del nord Italia, l’unica società che ha un settore giovanile dedicato al beach soccer. In sostanza non si chiedono nemmeno soldi, ma attenzione. La giusta attenzione che si dovrebbe dare a chi fa sport con intenti sociali.

E già che la serata aveva preso una piega polemica, ci ha pensato lì’allenatore Alfonso Lazzari a mettere nel mirino un altro ente: la Federazione italiana gioco calcio. “Molti ragazzi fanno questa disciplina non certo per soldi, ma con il sogno di poter vestire un giorno la maglia azzurra. Si danno da fare, si mettono in mostra. Poi però, quando arriva il momento delle convocazioni, i talenti delle compagini minori – ed è già una mezza bestemmia pensare che le istituzioni, nonostante il sostegno economico dei privati, permettano che la squadra di Roma sia considerata “minore” – non vengono presi in considerazione. Non c’è sempre equilibrio di giudizio, vediamo troppe cose che non capiamo. Per questo chiediamo alla Federcalcio maggiore attenzione su un settore relativamente nuovo come quello del beach soccer. Per raggiungere, una parità reale di opportunità che, se vogliamo, è il primo motore dello sport pulito”.
Ang.Per.