“I ferri del mestiere”: il mestiere di scrivere

18 settembre 2012 | 15:26
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“I ferri del mestiere”: il mestiere di scrivere

La giornalista e scrittrice Maria Jatosti la protagonista del terzo appuntamento dei cantieri di giornalismo organizzati dalla redazione di Forum a Scauri

Il Faro on line – “Io mi considero un’abusiva delle lettere. Ho navigato in tutti i mari. Dovevo lavorare, e quello era il mio campo. Per me scrivere è un mestiere. E’ lavoro, e tutto questo alone di sacralità sullo “scrittore”, sul “poeta”, è un falso. Scrivere è fatica, ti devi impadronire di strumenti fondamentali, devi fabbricarti la tua scrittura, la tua lingua”: così Maria Jatosti in un’intervista definisce il suo mestiere di scrivere. La giornalista e scrittrice romana sarà la protagonista del terzo appuntamento dei cantieri di giornalismo organizzati dalla redazione della testata giornalistica Forum Domenica 23 Settembre alle 19:00 presso la Darsena Fliyng di Scauri. Con stile accattivante, ironia e il giusto alone di mistero dissacrante, la Jatosti ha al suo attivo quattro romanzi: Il confinato, Del Duca 1961; Tutto d’un fiato, Editori riuniti 1977; Matrioska, Manni 1999; Per amore e per odio, Manni 2011.  

Negli anni ’50 si trovò alle prime armi con un racconto pubblicato e premiato che si era fatto notare nell’ambiente politico-culturale della capitale, davanti a personaggi che si chiamavano Pablo Neruda, Cesare Pavese, Mario Socrate, Gianni Rodari, Luca Canali, Saverio Tutino, Gianni Toti, Felice Chilanti  o Renato Guttuso, Ugo Attardi, Renzo Vespignani, e così via. Il suo sogno era scrivere. Uno dei suoi sogni. Una vita trascorsa a scrivere mentre l’Italia cambiava davanti ai suoi occhi e nelle sue pagine scritte.

Dopo una ventennale permanenza milanese al fianco dello scrittore de “La Vita Agra” Luciano Bianciardi, è tornata nella sua capitale, dopo aver sperimentato sulla sua pelle che la letteratura non salva nessuno, neanche sé stessi, davanti al mercificato panorama editoriale continua a non stare semplicemente affacciata al balcone: “credo che lo scrittore abbia un ruolo preciso, culturale, etico, civile, specialmente e soprattutto in alcuni momenti della Storia. Non si può stare da una parte a guardare quello che accade. Io resto comunque fedele alle mie sconfitte e continuo a sperare che ci sia sempre qualcuno che, lasciata da parte le proprie nostalgie, abbia intelligenza rabbia e voglia di urlare”. Domenica con lei alla scoperta dei suoi ferri del mestiere.