“Scuola pubblica? Docenti spremuti e classi affollate”

21 settembre 2012 | 00:38
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“Scuola pubblica? Docenti spremuti e classi affollate”

Notturni e Caprara (Cambiare davvero): “Nel municipio XIII e a Roma mancano una media di 10 insegnanti per circolo”

Il Faro on line – “Ma quale scuola pubblica! Manca tutto. E tutto è come al solito se non peggio. Tragico inizio di anno scolastico nel municipio XIII. E non soltanto perché l’ex scuola materna Doremidiverto di via Adolfo Cozza è stata distrutta da un rogo. Il problema si riferisce al fatto che gli errori passati dell’attuale amministrazione di centrodestra si sono ripresentati in tutta la loro evidenza. Non ci sono stati né modifiche né miglioramenti apprezzabili: ci si arrampica sugli specchi, insomma. Né danno conforto i dati che si riferiscono alla situazione degli asili nido e scuole materne del nostro Municipio dove le liste di attesa non sembrano essersi ridotte dagli anni scorsi, evidenziando sempre più il problema della mancanza di servizi alle famiglie! Queste ultime, infatti, sono costrette a rivolgersi a strutture private con conseguente aggravio di costi del loro già ristretto budget mensile”. Lo dichiarano Giulio Notturni, coordinatore romano giovani Cambiare davvero, e  Angela Caprara, referente territoriale Axa-Malafede del Gruppo Cambiare davvero.

“Si continuano a fare le nomine in ritardo ed a rilento. Il risultato? Le scuole sono iniziate senza il personale necessario da organico di fatto”, spiega Angela Caprara. “Nelle scuole del municipio XIII e di Roma mancano ancora una media di 10 insegnanti per circolo:  questo ha comportato che nella prima settimana sono state le insegnanti già titolari a dover coprire le classi con ancora  posto vacante. Inoltre”, prosegue, “molte prime classi sono partite senza docente titolare”.

“Alla scuola di via Ghiglia”, aggiunge l’esponente di Cambiare davvero, “dove insegno, abbiamo un solo docente su 5 necessari sulle prime a tempo normale e tempo pieno. Altro grave problema riguarda i diversamente abili con certificazione di sostegno: nei riguardi dei quali non si è data la giusta attenzione da parte delle Istituzioni. A conferma di ciò si rileva di una riduzione, anno dopo anno, delle assegnazioni dei docenti di sostegno ai Circoli didattici e Istituti comprensivi. Tale contrazione costringerà ogni docente di sostegno a seguire 4, 5 casi con un massimo di 6 ore ciascuno alla settimana a fronte di 31/40 di frequenza scolastica. E’ veramente assurdo e poco rispettoso per questi bambini e per i problemi che si riflettono nella classe”. 

“Non parliamo poi delle assegnazioni degli Assistenti educatori da parte del comune, che sono sempre più ridotti nel numero mentre potrebbero e dovrebbero essere di supporto nella gestione totale dei diversamente abili . Insomma”, puntualizza,  “niente di nuovo anche quest’anno ma una domanda sorge spontanea: possibile non ci si possa organizzare entro il mese  di agosto con le necessarie integrazioni richieste dalle scuole?”, domanda Angela Caprara. 

“Una nota positiva in questo scenario raccapricciante è, però, il raggiungimento dell’obiettivo di dare il servizio di “tempo pieno” tanto richiesto dalle famiglie del quartiere; il merito va al Dirigente scolastico S. Gatti che tanto sta facendo per dare un’offerta formativa adeguata alle aspettative delle famiglie del territorio.

A questo punto interviene Giulio Notturni. “Va detto inoltre che  i docenti sono costretti alla “bassa manovalanza” nei giorni precedenti l’inizio delle lezioni. Ossia trasloco di materiale,  riordino delle classi ed anche pulizia. Alla vigilia delle lezioni alcuni docenti si sono dovuti dedicare a ridipingere la parte bassa dei muri della classe imbrattati di schizzi di succhi di frutta e segni di matite. Poi si sono cimentati in altri lavori per rendere più accogliente l’aula. Non è”, ribadisce Notturni, “un caso isolato, purtroppo. Ma questo non ci conforta. Non è questa la scuola che vogliamo per i nostri figli, tra tagli e ritagli, né per i nostri insegnanti, costretti dopo aver studiato tanti anni all’università in questi tempi di crisi ad essere  i “tuttofare” risolvendo problemi che appartengono al vertice delle istituzioni”. 

“Se non fosse per l’abnegazione totale dei docenti a costo zero e i salti mortali dei dirigenti scolastici le scuole non funzionerebbero. Né ci sarebbe offerta formativa. Il prossimo governo dovrebbe preoccuparsi seriamente d’istruzione, controllando alcuni meccanismi organizzativi e dando più fondi alle scuole per le reali necessità degli  istituti  valorizzando la qualità del servizio e riconoscendo  in prospettiva meritocratica  a chi si dedica con impegno e passione al proprio lavoro”, conclude il coordinatore romano.