Aser, Saggese, tributi, intimidazioni e poteri forti

3 ottobre 2012 | 18:45
Share0
Aser, Saggese, tributi, intimidazioni e poteri forti

La vicenda nazionale oggi sugli altari delle cronache ha origini lontane. E parte dal nostro litorale

Il Faro on line – Nell’ultimo Editoriale di appena pochi giorni fa, a proposito della discussione sulla libertà di stampa ho raccontato ai lettori un episodio di “intimidazione” sotto forma di querela che mi capitò quando ero ancora caposervizio, per il quotidiano Latina Oggi, nella zona di Aprilia. Ho fatto un racconto veloce, anche perché l’oggetto dell’articolo era il caso-Sallusti. Oggi però, alla luce delle cronache nazionali, diventa particolarmente interessante finire di raccontare quella storia, rimasta “a metà” nel mio editorliale passato.

Per farla breve misi le mani negli affari dei cosiddetti “poteri forti”. Impicciandomi di cose che avrei dovuto far finta di non vedere e che invece, a causa della mia “maledetta” passione per il mio lavoro non solo andavo scovando ma raccontavo ogni giorno sul giornale. Fu così che arrivarono le prime telefonate con “amichevoli ” consigli a lasciar perdere. Poi la querela da 600 milioni di lire di risarcimento danni che avrebbe dovuto spaventarmi. Così non fu, e ad onor del vero devo dire che nessuno provò la strada delle mazzette; probabilmente, capito l’andazzo, evitarono di correre il rischio di vedersi scritto sul giornale anche questo.

Il sistema Saggese – oggi protagonista delle cronache italiane – parte in realtà da lontano, nel finire degli anni 90, allorché il comune di Aprilia decise di affidare tutto il proprio patrimonio, più la riscossione dei tributi, ad una società nata ad hoc, la Aser. E nel contratto iniziale fu previsto un aggio del 30% a favore dei privati, in cambio del servizio reso. Un aggio che sembrò subito sproporzionato, trattandosi di casse pubbliche, e che per di più risultò strano quando scoprii che intorno a tutto il progetto giravano 4 società. Occhio al ragionamento: 3 vinsero l’appalto su Aprilia, di quelle 3 due erano protagoniste anche di un altro appalto vinto, ma su Nettuno. Quella che perse l’appalto a Nettuno era la terza vincitrice dell’appalto di Aprilia, quella che perse l’appalto ad Aprilia era la terza vincitrice dell’appalto di Nettuno. Dati e carte alla m,ano (fecero una festa a bordo di uno yacht a Genova e nell’invito erano citate tutte e 4 le società…) scrissi tutto.

Poco tempo dopo, non senza un consiglio comunale di Pomezia (una delle città coinvolte) dove mi si accusò direttamente di fare allarmismo ingiustificato e mi minacciaro di un’altra querela, si mosse la magistratura. Riporto un articolo che scrissi all’epoca, proprio su Latina Oggi, dopo che l’inchiesta giornalistica portò a risvolti giudiziari.

  • Aprilia – Alle 8 e 30, orario canonico di apertura degli uffici, è scattato il blitz ordinato dalla Procura della Repubblica di Latina.Gli uomini della Guardia di Finanza del locale comando, guidati dal tenente Emanuele Fisicaro, hanno praticamente “bloccato” tutti i centri di potere della città. Piazza Roma, innanzitutto, sede principale del Comune. Presidiate la stanza del sindaco e del vice sindaco, controllate quelle degli assessori; “sotto torchio” almeno due dirigenti e un dipendente comunale.Poi il blitz si è esteso a macchia d’olio. Il Palazzo di Vetro, sede distaccata del Comune e di quell’Ufficio Urbanistica che ha subìto solo poco tempo fa cinque colpi di pistola contro un proprio dirigente, è stato bloccato: terzo e quarto piano, rispettivamente Urbanistica e Attività produttive, sono stati off-limits per tutta la mattinata. Le Fiamme Gialle hanno acquisito una mole impressionante di carte. Contemporaneamente altri uomini delle Gdf andavano a presidiare gli uffici apriliani della Aser, da tempo oggetto di due distinte inchieste giudiziarie, una della Procura di Latina e una di quella di Velletri. Anche in via Salieri stessa scena: facce attonite all’arrivo delle “divise grigie”, poi la richiesta di documenti e l’acquisizione degli stessi; il tutto mentre una pattuglia bloccava ingressi ed uscite. Guardia di Finanza in azione anche nei locali della Progetto Ambiente, dove sembra siano stati acquisiti alcuni documenti riposti nell’ufficio del presidente riguardanti l’Aser. Effettuate anche alcune perquisizioni domiciliari nelle abitazioni del sindaco, Gianni Cosmi, del vice sindaco, Rosario Raco, di assessori ed ex assessori; il tutto sempre alla ricerca di qualche documento che la Procura ovviamente ritiene di particolare importanza.Dietro il grande dispiegamento di forze ordinato dalla dottoressa Falcione della Procura di Latina vi è la vicenda Aser, sulla quale da tempo si vociferava circa l’arrivo di avvisi di garanzia. Ieri è stato il momento della verità: sono stati, infatti, notificati 9 avvisi di garanzia contenenti come capo di imputazione concorso di reato in abuso d’ufficio e come rimbalzato sui Tg della tv di Stato ci sarebbe anche l’accusa di “Turbativa d’asta”. Quest’ultima è stata smentita proprio nel corso della conferenza stampa indetta dal sindaco e dal suo vice.

    L’inchiesta però non si è fermata agli amministratori locali, ma coinvolgerebbe anche alcuni funzionari della stessa Aser.Perquisizioni sono state ordinate su tutto il territorio nazionale: Liguria, Puglia, Lombardia e Lazio ovvero le regioni dove opera il <cartello> di società presenti nell’Aser, di cui la capofila è la Pubbliconsult. Logico, quindi, estendere l’acquisizione di documenti riguardanti la vicenda partita da Aprilia sia nel Nord che nel Sud della Penisola. Circa 150 uomini della Guardia di Finanza, coordinati dal tenente Emanuele Fisicaro, sono stati impegnati nelle perquisizioni in tutt’Italia per effettuare controlli incrociati sull’attività di riscossione effettuata dalle società.

Stiamo parlando di circa dieci anni fa. L’ad della Tributi spa finì in manette nel 2001 e nel 2009. In entrambi i casi le inchieste si basavano su ammanchi nella riscossione delle imposte.Caddero amministrazioni pubbliche, sindaci e consiglieri (anche quelli che mi volevano querelare) finirono in carcere. Nel novembre del 2009 per Saggese – che era a capo della Aser come di tutto il circuito di riscossione – la Procura di Roma chiese 3 anni e 8 mesi. Nell’aprile del 2010 è definitivamente scoppiato lo scandalo sull’operato della Tributi Italia: ben 90 milioni (in 12 anni saranno triplicati) di euro di tasse, pagate dai cittadini italiani, letteralmente spariti. Tasse versate ai propri comuni come Tarsu, Tosap, Cosap e multe di ogni genere che i comuni non hanno mai recepito. Soldi finiti chissà dove.

Per dovere di cronaca dobbiano dire che gli amministratori di Aprilia furono assolti (non fu così per Pomezia), e va detto anche stavolta – nel caso di Saggese – che un arresto non è una condanna, e che dunque il procedimento giudiziario va avanti presupponendo l’innocenza. Ma i fatti sono quelli che vi ho raccontato, e ognuno può trarne il proprio convincimento. Anche a proposito di libertà di stampa, carcere  per i giornalisti (veri), e poteri forti. 

Angelo Perfetti