“Non lasciamo indietro nessuno”

21 ottobre 2012 | 14:00
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“Non lasciamo indietro nessuno”

Alessio Pascucci: da Comune a Comunità: una sfida alta, ambiziosa, importante

Il Faro on line – Riceviamo e pubblichiamo una lettera apte del sindaco Pascucci alla cittadinanza. “Sento il bisogno di condividere con la città quello che succede ogni giorno a Cerveteri. È difficile affrontare alcuni problemi che, a mio avviso, sono in assoluto i più importanti. Non so come sarà accolta questa inusuale comunicazione. So di essere il Sindaco, ma ho bisogno dell’aiuto dei miei concittadini. Un aiuto che può concretizzarsi con idee, collaborazioni e nuovi progetti da sviluppare insieme.

Ogni giorno ricevo tantissime persone, ed un enorme, spaventoso, numero di lettere ed e-mail con richieste di aiuto. I problemi che i cittadini mi raccontano sono legati alle difficoltà economiche che attanagliano le nostre famiglie. Quando sento dire che la crisi non c’è, che non esiste, che va tutto bene, mi domando in quale Italia viva chi ha il coraggio di sostenere questo. Io ricevo tutti i giorni padri e madri di famiglia che non sanno come comprare i libri o i vestiti ai propri figli, che non hanno idea di come arrivare alla metà del mese, persone che non sanno come pagare l’affitto, le bollette, che non possono pagare le rate del mutuo.

L’ufficio dei Servizi Sociali del Comune di Cerveteri gestisce, in media, quasi uno sfratto esecutivo a settimana: significa che ogni sette giorni c’è una famiglia (generalmente con minori) che rischia di restare senza casa. È vero, il nostro Comune è indietro su tante cose. Basterebbe pensare all’assenza di case popolari o di immobili da poter locare a canoni calmierati. È un problema complesso che vogliamo e dobbiamo affrontare. Cercheremo di sfruttare un contributo ministeriale, già in corso di definizione, per realizzare una struttura di circa 50 mini-appartamenti e intendiamo convertire in altri appartamenti un immobile realizzato abusivamente in via di Ceri, acquisito al patrimonio comunale di recente.

Ma i tempi sono lunghi e nuove emergenze arrivano ogni giorno. I Servizi Sociali fanno un lavoro enorme, un lavoro difficile e delicato. Ma, anche quando riusciamo a intervenire, sono previsti contributi che nei casi più complessi arrivano a un massimo di 1.000 – 1.500 euro all’anno. È molto per le casse comunali, ma pochissimo per una famiglia in difficoltà. Ma soprattutto: che prospettive possiamo dare a queste persone? Stiamo realmente risolvendo il loro problema? Come possiamo aiutarli concretamente? Troppo spesso, ascoltando storie di quotidiana esasperazione, di persone che raccontano della difficoltà insormontabile del fare un pieno di benzina o dell’acquistare beni di prima necessità per i propri figli, avverto un senso di totale impotenza e inadeguatezza. Ogni volta è un colpo al cuore. E penso che ci sia un mondo sommerso di queste storie, di persone che non trovano il coraggio o la forza di raccontare.

Un mondo che non conosciamo.Voglio raccontare un caso che mi ha toccato profondamente. Poco dopo il mio insediamento, ho incontrato una persona in serie difficoltà economiche. Mi ha raccontato di vivere in automobile, di non potersi permettere nessun posto dove dormire e di non avere nessuno che potesse aiutarla. Una persona di una certa età, che ha perso il lavoro, non ancora in età pensionabile, una persona che in questo mercato finalizzato soltanto al profitto probabilmente non potrà ricollocarsi, e questo nonostante la disponibilità a fare qualsiasi mestiere, anche il più umile. I Servizi Sociali hanno seguito il caso immediatamente. È stato dato un contributo economico per l’affitto, una piccolissima boccata d’ossigeno nell’attesa di trovare una qualche modalità di sussistenza. Ma il tempo passa, il contributo sta finendo e quando i soldi finiranno che possibilità ci saranno per questa persona? Dovrà tornare a vivere in macchina?

Quello che il Comune può fare, in extrema ratio è pagare un posto in uno degli istituti convenzionati, ma deve esserci un’alternativa. Continuo a chiedermi in che modo sia possibile garantire a tutti la dignità del diritto a una casa e al lavoro. So che mi risponderete che il Sindaco sono io e che sta a me trovare una soluzione. Una soluzione che non ho. Se oggi sono qua a chiedere il vostro sono aiuto, è proprio perché il Comune fa  già tutto quello che è nelle sue possibilità. A volte, credetemi, fa anche di più. Ma non è affatto sufficiente. Non ci siamo fermati un attimo da quando ci siamo insediati. Stiamo lavorando sulle buche e sui lampioni e su tante altre emergenze, è vero. Ma queste, diciamoci la verità, non sono le vere priorità. La prima cosa, la più importante e necessaria è garantire a tutti i propri diritti. Per fare questo dobbiamo attuare un piano straordinario di interventi in grado di rimettere in moto l’economia. Dobbiamo puntare sul turismo e sul rilancio del territorio, ma sarà anche necessario rimettere in moto il mercato del lavoro legato all’edilizia.

Si tratta di progetti a lungo termine, che richiedono tempo, almeno un paio d’anni se saremo bravi. Per le esigenze attuali, di oggi, non abbiamo risposte concrete. Una Comunità è tale quando si fonda sulla solidarietà sociale. Quando tutti, anche nei momenti più difficili, anzi, soprattutto in quei momenti, decidono che non si può lasciare indietro nessuno. Che nessuno è ultimo. Che nessuno è l’altro. Che questo è il momento per essere una vera Comunità. Cosa possiamo fare insieme oggi? Non lo so con certezza, ma penso che possiamo e dobbiamo aiutare le associazioni di volontariato che già fanno molto per garantire un pasto a chi non ce l’ha. Possiamo decidere di rivolgerci alle persone più bisognose se stiamo cercando un collaboratore domestico o una persona che si prenda cura dei nostri cari, magari confrontandoci prima con l’ufficio dei Servizi Sociali; possiamo donare i libri e i vestiti usati dei nostri figli; possiamo provare a calmierare il mercato degli affitti; possiamo mettere a disposizione un po’ del nostro tempo per gli altri. In questo modo possiamo fare molto.

Ho nominato Riccardo Bartolucci Delegato alla Solidarietà perché c’è la reale necessità di creare una rete parallela che sviluppi idee e progetti per non lasciare solo nessuno. Alcune persone stanno già collaborando con lui. Chiunque di voi abbia idee o voglia aiutarci può scrivere alla mail cerveterisolidale@comune.cerveteri.rm.it o contattare il numero 06/89630225 dove risponderà l’ufficio del Sindaco. Quando sarà il momento sarà possibile donare il 5×1000 al Comune di Cerveteri e quei fondi andranno esclusivamente ai Servizi Sociali. Stiamo istituendo un capitolo del bilancio dedicato solo alle fasce più deboli della nostra comunità. Chiunque volesse fare una donazione può utilizzare direttamente i conti del Comune di Cerveteri:CASSA DI RISPARMIO DI CIVITAVECCHIA, IBAN IT 22S0613039047100000300008 – oppure: C/C Tesoreria Comunale n. 51173003, IBAN IT41P0760103200000051173003, scrivendo nella causale “SOLIDARIETÀ”. Aggiorneremo continuamente i cittadini dei fondi che arriveranno e dell’uso che potremo farne. Abbiamo veramente bisogno dell’aiuto e della forza di tutti. La nostra città, che da sempre ha dimostrato un grande spirito di solidarietà, non lascerà indietro nessuno.Vi ringrazio”.
firmato: Alessio Pascucci, Sindaco di Cerveteri