Focene, alta tensione per i nuovi confini demaniali

24 ottobre 2012 | 12:00
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Focene, alta tensione per i nuovi confini demaniali

Chiodi: “Cittadini pronti alle barricate. A rischio 500 abitazioni”. Ma il Sindaco Canapini rassicura: “E’ solo un errore tecnico, nessuno perderà le proprie case”

Il Faro on line – Cresce la tensione a Focene per i nuovi confini demaniali. Il riposizionamento della linea di demarcazione, in cui è stata inclusa una fascia edificata di oltre 500 abitazioni tra viale di Focene e via delle Carenarie, ha messo cittadini e associazioni sul chi va là. “Siamo pronti alle barricate”, ha affermato Massimiliano Chiodi, presidente del Nuovo Comitato Cittadino Focene che punta il dito contro una delibera votata dall’Amministrazione comunale. “Il pressappochismo con cui si è arrivati alla votazione di questo documento – spiega – ha dell’incredibile, pertanto siamo pronti a scendere in piazza se non verranno rivisti al più presto i termini della delibera”.

Ma vediamo nel dettaglio cosa è accaduto..

Nella delibera in questione il Comune ha adottato una cartografia in cui è stata erroneamente inclusa dal Sid (Sistema Informatico Demanio), un’area in cui insistono abitazioni private. Cosa vuol dire? Che stando ai nuovi documenti le case potrebbero essere considerate abusive. O meglio la titolarità dei terrene potrebbe passare al Demanio. 

Esponenti del Partito Democratico e di Italia dei Valori si sono schierati al fianco dei cittadini di Focene e hanno chiesto all’Amministrazione di rivedere la documentazione. “Il problema è aperto. – afferma l’esponente del Pd, Paolo Calicchio – Chiedo per questo l’intervento del primo cittadino per istituire un tavolo tecnico con il Ministrero dei Trasporti e della Navigazione affinché venga trovata in tempi rapidi una soluzione”.

E l’intervento del sindaco non si è fatto attendere: “Si tratta di un allarmismo ingiustificato. – spiega Mario Canapini – Nella planimetria evidentemente c’è stato un errore tecnico che, come amministrazione, provvederemo a rettificare. Ma da qui, a dire che quelle case sono ormai di proprietà del Demanio, c’è una bella differenza. I cittadini, dunque non perderanno la titolarità delle loro abitazioni e, per la soluzione di questo problema, non credo ci sia bisogno di alcun tavolo tecnico con Ministeri e altri enti”.

Riccardo Ragozzini