“Si ripristini la didattica nelle scuole, ma si apra subito la Casa della Cultura e dei Giovani”
Si concluderanno progressivamente le Occupazioni ma emerge lampante la necessità di una casa dei giovani e della cultura gestita insieme con regole chiare
Il Faro on line – “Uno scontro generazionale e contrasto sociale mai visto a Ostia; a questo ci si è trovato di fronte davanti al Liceo Enriques dove genitori e docenti si sono trovati per parlare con i ragazzi ricevendo cori di diniego e qualche parola poco carina ma comunque tanta rabbia violenta”. Lo afferma una nota della “Ciurma”. ” Genitori e docenti per parlare e confrontarsi; si, perché non è mai stata in discussione la volontà di dire la propria e protestare, magari anche insieme, ma le modalità violente e antidemocratiche attuate in alcune situazioni. Tuttavia va detto che la situazione delle scuole è quanto mai complessa e diversificata; quello che apparentemente di mostrava come un fronte comune e deciso si è rivelato un panorama molto diverso di scuola e scuola e decisamente confuso in alcuni casi. Insomma in alcuni casi, come per la situazione prima descritta, una sorta di psicosi collettiva ma in altri un utile strumento di confronto e di elaborazione delle tematiche giovanili”.
“Ma emerge lampante e fortissimo – c’è scritto nella nota – il bisogno di giovani e adolescenti di avere altri spazi oltre che quelli didattici con i quali prepararsi per un lavoro futuro all’interno della società civile; emerge la necessità di una Casa dei Giovani e della Cultura. La Politica non potrà più aspettare troppo nell’organizzare e predisporre questi spazi e, constatando le modalità della protesta, gestirla con regole chiare e con un dialogo sempre presente tra Municipio e Giovani.
L’incontro della Consulta Giovanile all’interno dell’Istituto Democrito e la presenza dello stesso del Municipio tra i giovani inizia a dare i suoi frutti.
Oltre ad essere un forte segnale di comunicazione e apertura dell’Amministrazione è anche una rassicurazione per le famiglie e per gli studenti che sono rimasti a fare lezione in luoghi di fortuna reclamando con forza il loro diritto alla scuola privatogli. Alcuni soggetti autorevoli della maggioranza si sono recati tra i ragazzi per confrontarsi sebbene chiaramente contrari all’Occupazione, ma anche l’opposizione – secondo il Consigliere Caliendo – si espresso e mossa per interpretare il disagio e sebbene si dichiari a favore delle tematiche suscitate dal mondo giovanile e della scuola condividento preoccupazione per il futuro ha chiarito da subito che l’Occupazione può essere un gesto politico ma che occorre assolutamente ripristinare il dialogo democratico nel rispetto della legge. Salvemme , dell’opposto schieramento politico, ugualmente parla, in una sua dichiarazione sul social forum, che l’Occupazione simbolica è comprensibile solamenente se tutte le strade del confronto civile siano state percorse e invita i ragazzi a non essere strumentalizzati per altri fini. Insomma un fronte politico compatto per la riapertura delle attività didattiche ma anche la consapevolezza che ai ragazzi e soprattutto alle famiglie occorra una scuola più stabile, più organizzata, più curata e decisamente pubblica.
Emerge anche necessità di dialogo con altre persone del territorio, un’apertura sulla realtà. Oltre questo – conlcue La Ciurma – docenti e famiglie hanno mostrato sia di unirsi a prescindere da case, cattedre e lavagne , sia di gradire moltissimo nella scuola la partecipazione di altre figure professionali quali operatori ed educatori che possano fare da trade union tra scuola, casa e territorio. Una delegazione dell’Apei Roma XIII (Franceschi e Buffa) si è recata, invitata dai ragazzi stessi, a parlare con alcuni di essi, dei docenti e delle famiglie mostrandosi disponibile a partecipare ad assemblee e tavoli comuni”.