Tevere: Roma, oltre 500 ettari a rischio idrogeologico molto elevato

14 novembre 2012 | 15:00
Share0
Tevere: Roma, oltre 500 ettari a rischio idrogeologico molto elevato

Nel Lazio il 98,4% dei Comuni ha aree a rischio frane o alluvioni. Legambiente Lazio: ā€œPrevenzione per battere il rischio, stop a opere dannose come il Porto di Fiumicinoā€

Il Faro on line ā€“Ā Nel Comune di Roma sono ben 552,66 gli ettari classificati a ā€œrischio idrogeologico molto elevatoā€ R4 ricadenti nel bacino del Tevere, un territorio fragile tra Ponte Milvio, le aree dellā€™Aniene e la foce del fiume del quale tornare ad occuparsi nei momenti lontani dalle emergenze per alluvioni e frane. Nel Lazio il 98,4% dei Comuni presenta fattori di rischio idrogeologico, sono ben 372 su 378 ad avere aree a rischio frane o alluvioni, secondo i dati rielaborati da Legambiente dellā€™ultimo Rapporto ā€œIl rischio idrogeologico in Italiaā€ del Ministero dellā€™Ambiente.Ā 

Il 7,6% del territorio regionale ĆØ ad altra criticitĆ  idrogeologica, si tratta di 1.309,1 ettari nel complesso , dei quali 452,5 (2,6% del totale) sono in aree alluvionabili e 856,6 (5,0%) in aree franabili. Sul totale delle aree critiche, il 65% sono aree a rischio frane, mentre il 35% ĆØ costituito da aree a rischio alluvioni.Ā 

ā€œA Roma e nel Lazio per battere il rischio frane e alluvioni serve prevenzione, bisogna rendere operativi i piani di bacino approvati trovando le risorse per la manutenzione del territorio, una grande utile opera pubblica da realizzare per evitare drammi e sciagure che stanno aumentando con i cambiamenti climatici, fermando invece opere dannose come il nuovo porto di Fiumicino in aree a rischio molto elevato alla foce del Tevere ā€“ ha commentato Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio -. Non possiamo continuamente assistere a tragedie o anche solo rischiarle, il clima ĆØ cambiato e nelle diverse stagioni si inaspriscono piogge e siccitĆ , serve una nuova attenzione per questi temi. Questa ĆØ una delle politiche per le quali ĆØ fondamentale che la Regione Lazio torni ad avere un governo al piĆ¹ presto: come ĆØ stato fatto anni fa per il catasto degli incendi, va messa in campo unā€™azione coordinata per attuare gli interventi previsti nei piani delle AutoritĆ  di bacino. Le case e le aree produttive nelle zone di esondazione vanno delocalizzate, cosƬ come vanno fermati assurdi nuovi progetti in aree a rischio molto elevato, uno su tutti il Porto della Concordia a Fiumicino.ā€Ā 

La provincia con il maggior numero di ettari a rischio piĆ¹ alto ĆØ quella di Frosinone, con 497 ettari suddivisi nei 91 Comuni; segue Roma con 277 ettari a rischio in 116 Comuni, poi Viterbo con 195 ettari in 60 Comuni, Latina con 191 ettari in 32 Comuni e Rieti con 149 ettari in 73 Comuni. Se allarghiamo lo sguardo a tutte le aree con criticitĆ  idrogeologiche (non considerando solo quelle dove il pericolo ĆØ piĆ¹ elevato) complessivamente nel solo Comune di Roma sono a rischio oltre 1.800 ettari, ricadenti nel bacino del Tevere: ai 552,66 ettari classificati a ā€œrischio idrogeologico molto elevatoā€ R4, se ne aggiungono 319,48 a ā€œrischio elevatoā€ (R3, 0,27%) e 935,10 a ā€œrischio medioā€ (R2, 0,79%).Ā 

ā€œ Basta gridare allā€™emergenza dopo i disastri, per lā€™attuazione dei piani contro il dissesto idrogeologico sono state reperite risorse per poche decine di milioni di euro mentre solo per il Tevere il fabbisogno ĆØ di 1,7 miliardi ā€“ afferma Cristiana Avenali, direttrice di Legambiente Lazio -. Bisogna tornare a rispettare le zone di espansione naturale dei corsi dā€™acqua, evitare arginature e interventi sui corsi dā€™acqua che tendano ad ampliare le zone edificabili, battere il consumo di territorio e la cementificazione selvaggia che sono i veri nemici del rischio idrogeologico. Per questo, proponiamo sin dagli anni ā€™90 la creazione del parco inter-regionale del Tevere, uno strumento di tutela e valorizzazione degli ambiti fluviali ed unā€™occasione di sviluppo e pianificazione sostenibile del territorio intorno al fiume.ā€Ā 

Secondo gli ultimi dati disponibili, sarebbero stati stanziati solo 60 milioni di 1,7 miliardi di Euro stimati dallā€™AutoritĆ  di bacino del Tevere nel Piano di Assetto Idrogeologico. Solo il 4% del totale degli investimenti per il PAI (piano assetto idrogeologico) ĆØ stato reperito, per gli interventi da attuare per le aree a rischio frana, a rischio idraulico, per la manutenzione ordinaria e contro i dissesti di basso rischio per il reticolo minore. A dimostrazione di come le risorse in questo settore sono sempre piĆ¹ difficilmente reperibili e come sinora, invece, allā€™aumentare delle spese per una presunta messa in sicurezza, ĆØ corrisposta una contemporanea crescita delle spese in interventi straordinari per alluvioni, con una una dissipazione di risorse economiche.Ā