A Roma prove generali (per qualcuno) di guerra civile

15 novembre 2012 | 01:11
Share0
A Roma prove generali (per qualcuno) di guerra civile

Il Faro on line – Alcuni infiltrati avevano progettato la guerriglia nascondendo “armi”. In una fioriera in via Portico d’Ottavia, nel ghetto di Roma, i carabinieri hanno trovato uno zaino nero con oggetti che sarebbero stati utilizzati per gli scontri: tre manici di piccone lunghi 50 centimetri, due martelli da carpentiere, una maschera anti-gas, sette torce, sei fuochi d’artificio. Tutto ciò testimonia come in mezzo alla maggioranza pacifica dei manifestanti c’era chi aveva organizzato di infiltrarsi proprio per provocare e aggredire le forze dell’ordine. E, diciamoci la verità: per uno zainetto che hanno trovato chissà quanti gli sono sfuggiti…

Qua non si tratta di manifestanti caricati dalla polizia, né di poliziotti venuti alle mani con qualche facinoroso; qua si tratta di un’organizzazione che scientemente mette gli uni contro gli altri, aggrendendo polizia, carabinieri e finanzieri quando chi manifesta non ne ha la minima intenzione, e utilizzando armi destinate a provocare la reazione uguale e contraria (dunque violenta) delle forze dell’ordine. Il che si traduce in un abbozzo, una sorta di prova generale di guerra civile dove lo Stato, da qualunque parti lo si guardi, finisce per perdere la sua battaglia. E uno Stato debole non è certo ciò che vogliono i cittadini né i manifestanti. Piuttosto loro sono alla ricerca di uno Stato “giusto”.

E evidente che le immagini di un bambino di 10 anni insanguinato non sono accettabili, così come le manganellate date alle spalle. Ma prima di tutto bisogna controllare se ogni foto sia effettivamente reale o non un montaggio oppure – come è capitato proprio col bambino – un remake di foto fatte in altre parti del mondo (per la precisione in Spagna). E comunque bisogna cercare di capire perché si è arrivati a questo punto. La crisi economica? Certo, ma c’è una gran parte di popolo molto arrabbiata che però non si sognerebbe mai di fare la guerriglia, di uscire di casa armata, di mettere in rete delle foto false.

Quando si arriva allo scontro non c’è Giustizia. Per nessuno. Ecco perché il ritrovamento (e non è la prima volta) di armi o simili, che nulla hanno a che fare con le manifestazioni pacifiche, e il depistaggio mediatico, deve far riflettere.
Angelo Perfetti