Scontri di piazza e scelte politiche: l’errore è dietro l’angolo

19 novembre 2012 | 04:05
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Scontri di piazza e scelte politiche: l’errore è dietro l’angolo

La pulizia deve partire dal basso, in politica come nel sociale. Inutile aspettarsi la folgorazione sulla via di Damasco: chi ha più cervello lo usi

Il Faro on line – I comportamenti sbagliati fanno male, ma sono isolabili, il colpevole può essere individuato e punito; in buona sostanza può esserci Giustizia. La demagogia al contrario è come un virus che ha come primo effetto quello di offuscare vista e razionalità; comunque vada non ci sarà Giustizia, perché o non si colpirà nessuno avendo un bersaglio troppo ampio e indefinito, o si colpirà nel mucchio col rischio di eliminare le mele buone e lasciare  tranquille le mele marce. Vale per le forze dell’ordine, vale per i facinorosi.

Questo è un estratto di post vomitati su internet subito dopo gli scontri a Roma. C’è di tutto:  chi se la prende con i poliziotti, chi li difende, i poliziotti che danno ragione a chi li attacca, chi inveisce contro i ragazzi.

  • “Ma che paese di merda, ma contro chi state fa sta guerra ??? Ma vi pagano due soldi, non ve pagano gli straordinari, sti politici del cacchio hanno fatto tagli pure su di voi, ma ve le fate due domande??? Ma se ve rode pure a voi ma non scaricate la vostra rabbia su chi non c’entra nulla…
  • “Basta, non saremo mai più bersagli dei professionisti del disordine…”
  • “Soldato blu, ci hanno messi uno contro l’altro, non lo capisci? I nostri ragazzi non hanno più alcuna speranza, dovranno emigrare o fare i polli di allevamento in un call center. Tu che hai spesso la loro età e difendi la tua posizione sotto pagata dovresti saperlo. È una guerra, non ancora dichiarata, tra le giovani generazioni, una in divisa e una in maglietta, mentre i responsabili stanno a guardare sorseggiando il tè, carichi di mega pensioni, prebende, gettoni di presenza, benefit”
  • “Non è forse vero?…. Noi a prendere le uova gli sputi e le sassate per colpa loro…. 1,5 miliardi di euro per le auto blu, e io devo fare servizio con auto con più di 200.000 km… Tagli agli stipendi e agli straordinari….. Non marcerei con loro ma credimi, questa volta mi girerei dall’altra parte….loro non sono lo stato che ho giurato di difendere…..chi difende i difensori??? Non certo loro”
  • “Parliamone di questa cosa …ecco se era un ragazzo semplice come altri sai i genitori e tutti che macello facevano …invece hanno accerchiato un poliziotto come mai nessuno su internet ne parla ???? non è un povero ragazzo che hanno ferito ? Parliamone…  Testimoni riferiscono che l’agente è stato accerchiato da una ventina di giovani, armati di bastoni e mazze da baseball, che lo hanno colpito alla testa spaccandogli il casco”.

Emotività allo stato puro. Incontrollabile, irrazionale, contraddittoria eppure sacrosanta. Non è un discorso solo legato alla piazza. Dietro (e forse dentro) c’è la politica. O meglio un certo modo di intendere la politica. Quella delle barricate, quella stile Anni 70 degli opposti estremismi. Quella della proopaganda, della falsa informazione che passa anche per i social network invasi di foto taroccate che scatenano di proposito la “pancia” della gente. Appena ieri Berlusconi se la prendeva coi comunisti, la sinistra con Berlusconi. Oggi i cittadini se la prendono con lo Stato, lo Stato con i cittadini. Sono passati quasi 40 anni dagli anni bui, e cosa ha portato tutto ciò? Nulla, lo sappiamo bene. Eppure tutti ci arrabbiamo, critichiamo, smadonniamo contro queste esagerazioni salvo poi fare lo stesso errore d’intransigenza ottusa e spesso nemmeno documentata quando si tratta di dare giudizi.

Se vogliamo cambiare davvero questo Paese dobbiamo superare la catalogazione “io di qua tu di là”, “io destra tu sinistra”, “io poliziotto tu teppista”… e cercare di dialogare. Ma per farlo prima di tutto vanno emarginati gli estremisti, gli infiltrati, i provocatori; sia nel popolo che protesta e che poi passa sempre in secondo piano perchè gli scontri prendono le prime pagine, sia nelle forze dell’ordine, che per colpa di qualche Rambo finiscono per far fare a tutti la figura degli esaltati.

La pulizia deve partire dal basso, in politica come nel sociale. Inutile aspettarsi la folgorazione sulla via di Damasco. Torno ai detti antichi, popolari, che hanno mandato avanti l’intera umanità fino a oggi: chi ha più cervello lo usi. Prima di tutto con i cosiddetti “amici”, aggiungo io, e poi con i “nemici”. A quel punto entrambi le categorie (amici/nemici) spariranno, e finalmente resteranno gli Uomini.

E cosa c’entra tutto ciò con Fiumicino? C’entra, c’entra. Primo perché tanti di quei ragazzi che hanno sfilato a Roma provenivano proprio dalle nostre scuole o da quelle di Ostia, con tanto di striscioni. E così anche tanti poliziotti che, detto per inciso, hanno la caserma proprio nel nostro territorio, subito dopo Parco Leonardo, sulla Portuense. Da lì sono partiti prima degli scontri e lì sono tornati dopo.

Secondo poi perché andiamo incontro a un periodo elettorale dove la lucidità, la serenità di giudizio sarà fondamentale per poter scegliere chi votare. Le generalizzazioni sono sempre pericolose, e le decisioni prese sull’onda dell’emotività portano spesso a risultati addirittura opposti a quelli sperati. Calma e gesso, dunque. Vogliamo politici che pensino non al proprio  portafoglio schiacciando la sovranità popolare ma che provino a gestire questa difficile congiuntura che sta acuendo gli scontri sociali? Beh, stiamo attenti. Con chi ha fallito nessuna tenerezza, ma il giudizio deve essere motivato e non emozionale, strutturato e non istintivo, documentato e non approssimativo. Separare il grano dal loglio è più di una parabola, oggi come oggi è quasi un comandamento.

Angelo Perfetti
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