Il karate come “disciplina”: arte marziale, divertimento e autodifesa

21 novembre 2012 | 03:04
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Il karate come “disciplina”: arte marziale, divertimento e autodifesa

Ai ragazzi si insegna il “rispetto”: delle regole, dell’avversario, del tatami. E si crescono uomnini (e donne) migliori

Alcuni di noi provengono da un’esperienza di Arti Marziali nella propria infanzia o pubertà. Molti invece non hanno assolutamente idea. Dobbiamo ammettere che, nonostante la provenienza e la vicinanza per vari motivi al Judo ed al Karate, i ragazzi, o meglio i bambini del maestro De Filippis ci hanno impressionato. Perché mai, vi chiederete.

Per l’educazione, la serietà e la disciplina che sembra essere di altri tempi. E’ vero i tempi sono cambiati, ed è frequente, usuale vedere i bambini di oggi comportarsi come delle “bestioline”. I ragazzi del Karate del Maestro De Filippis sembravano caduti da una pagina di un libro dei ricordi. Il libro di “Quanto eravamo educati 20 anni fa”. Attenzione, non fuori dal tempo o dal mondo… semplicemente educati, precisi, appropriati, opportuni. In una parola, disciplinati. Una qualità che probabilmente oggi in casa e soprattutto a scuola è sempre più difficile coltivare.

Se questo fosse l’unico motivo per fare Karate, basterebbe ed avanzerebbe. Ma c’è di più. Ovviamente i bambini fanno anche “Karate”, ovvero fanno 20 minuti di ginnastica a corpo libero preparatoria alle “mosse” che seguiranno, imparano la coordinazione fisico-mnemonica propria dei “katà” (le forme, ovvero sequenze complesse e ritmate di colpi che simulano la difesa da aggressioni multiple ed il contemporaneo attacco, di reale applicazione). 

Ci ha impressionato vedere come il Maestro De Filippis, con una pazienza invidiabile, ha gestito contemporaneamente bambini di tutte le età, dalla piccolissima di 4 anni e mezzo, che non riusciva inizialmente a coordinare “pugno destro” con “calcio sinistro” ai “medi” più vergognosi.
La dimostrazione del “Kumité” una vera e propria simulazione di combattimento (con sequenze preparate, ma con colpi sferrati per davvero, cioè che o li “pari” o le prendi) ha chiuso la dimostrazione di questa nuova attività di MTDA, riportando il fuoco su quello che superficialmente viene considerato il motivo principale per iscriversi a Karate: la capacità di difendersi, un domani. E lì, nonostante fosse un risultato atteso, vedere una cintura gialla con un solo anno di “anzianità”, difendersi dai colpi senza tregua della “cintura” blu, ci ha aperto il cuore. Questo è senza dubbio un altro  strumento necessario per il futuro dei nostri bambini. Come potrebbe essere l’inglese, il nuoto, e l’arte in generale.

Aspetto sociale del Karate. Volete sapere come è iniziata la lezione prova che vedeva coinvolti 8 praticanti in kimono e 7 bambini in tuta da ginnastica? I ragazzi del karate sono andati loro incontro, gli hanno rivolto il “saluto” tipico delle arti marziali, li hanno presi per mano uno ad uno e li hanno portati sul “tatami”. Anche questo, significativo del valore aggiunto di questa nuova attività. Un grazie al Maestro De Filippis ed ai suoi allievi, nel loro insieme un modello che l’MTDA è fiera di poter annoverare tra le opportunità offerte.

Come fare per contattare la Mtda? 
Cellulare/sms 393.0159118 
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articolo redazionale