Al teatro Manfredi va in scena l’evoluzione della famiglia

22 novembre 2012 | 00:14
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Al teatro Manfredi va in scena l’evoluzione della famiglia

“Sedia-sediola” è la dimostrazione evidente che, nonostante il pessimismo di psicologi, sociologi ed uomini di Chiesa, c’è un futuro da disegnare. Superando esclusività ed egoismi

Il Faro on line – Il trinomio Felice della Corte, attore protagonista, Rosario Galli, autore e Claudio Boccaccini, regista, risulta vincente nella realizzazione di una piece teatrale profondamente pedagogica oltre che esilarante per la ricchezza e fluidità delle battute. “Sedia-sediola” è la dimostrazione patente che la famiglia, nonostante il pessimismo di psicologi, sociologi ed uomini di Chiesa, gode ancora di buona salute. Certo non la famiglia tradizionale, quella contro cui André Gide tuonava “famiglie vi odio”, ma una famiglia che supera l’esclusività e l’egoismo che, spesso, risultano altamente nocivi per la nostra società.

Interprete magistrale di questa nuova famiglia “allargata” ed “ecumenica” è il personaggio interpretato dal piccolo Gabriele Capparucci, modello di figlio di separati, lontano da quella letteratura psico-sociologica che lo vorrebbe, per forza, afflitto da disturbi del comportamento alimentare o da un’impulsività legata a personalità bordeline. Gabriele, invece, rappresenta, come tanti altri ragazzi che hanno dovuto affrontare il divorzio dei loro genitori, l’esempio di un giovane che è dovuto maturare prima del tempo, consigliando ai genitori separati la via per una interazione civile che comprenda, eventualmente, anche il rispetto per una nuova compagna del padre, interpretata brillantemente da Federica Bei.Felice della Corte, erede della migliore scuola di teatro napoletana e Nathalie Caldonazzo, donna di spettacolo poliedrica ed intelligente, invece, interpretano il ruolo di molti genitori moderni, eterni adolescenti, ancora alle prese con la difficoltà di gestire le loro emozioni, ma pronti, però,se adeguatamente stimolati, a cogliere i sapienti suggerimenti del figlio-genitore.

Il ruolo della donna della tradizione, legata ad una visione molto statica dei rapporti familiari, incapace di essere “open mind” è affidato alla suora laica, collaboratrice domestica, Teresa Di gennaro, caratterista d’eccezione. Felice della Corte, che magistralmente coniuga il ruolo di attore, regista e direttore artistico del Teatro Manfredi, ancora una volta, offre a se stesso ed a noi spettatori il ruolo meravigliosamente catartico del teatro.“Il teatro, insieme alla musica, dovrebbero costituire materie fondamentali per la formazione dei giovani.

La Scuola italiana dovrebbe valutare attentamente le felici opportunità che la drammatizzazione e lo studio di uno strumento musicale potrebbero offrire ad un giovane che si  impegni a diventare un cittadino consapevole e maturo”. Queste parole di Felice della Corte suonano come una meravigliosa melodia per chi, come me, si occupa quotidianamente di formazione nella Scuola Superiore e nell’Università.
Pasquale Maria Sansone