Nell’occupazione… vince la scuola

26 novembre 2012 | 04:08
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Nell’occupazione… vince la scuola

Questa settimana c’è stata la dimostrazione tangibile di come passato e presente possano immaginare un futuro basato sui “valori”. E sull’impegno

Il Faro on line – In questi giorni tanto si è parlato delle manifestazioni organizzate dai ragazzi di tutta Italia in favore del diritto allo studio. Anche il litorale romano, e segnatamente Fiumicino, non si è sottratto a questo impegno civile, organizzando occupazioni e manifestazioni. Oggi ci si sbraccia in lodi rispetto a quelle migliaia di giovani che, in completa autonomia, hanno saputo protestare ripudiando la violenza e hanno affermato la propria verità argomentando. Sono d’accordo con queste valutazioni, ma credo che se c’è un vincitore alla fine di queste proteste non è il mondo giovanile: sono la scuola e le famiglie. Sorpresi?! Mi spiego.

Questi ragazzi hanno dato dimostrazione tangibile di saper rispettare gli altri, di saper gestire la cosa pubblica, di essere capaci anche su opposte fazioni di trovare un punto comune (ah, quanto servirebbe alla politica attuale…) sul quale unirsi per il bene di tutti. In buona sostanza hanno dato dimostrazione di aver capito un concetto fondamentale per la crescita sociale: quello del rispetto delle regole. E chi, se non la scuola stessa e le famiglie, ha contribuito a creare in loro una tale coscienza?!  Vedere i ragazzi – e parliamo di Fiumicino – preoccuparsi di pulire la scuola, lavare i vetri, impedire a chi fuma di farlo all’interno dei locali, presidiare entrate e uscite per evitare “sorprese”, organizzare corsi didattici (oltre ai più prosaici corsi di ballo e hip hop, ma vivaddio che hanno fatto anche quelli, altrimenti ci saremmo dovuti preoccupare…) ha dato la misura di quanto sia entrato dentro di loro il concetto di responsabilità, più volte negli anni alla base dell’insegnamento scolastico oltre la didattica e, al contempo, mantra ripetuto dai papà e dalle mamme per esorcizzare quel mostro spaventoso (visto dalla parte dei sempre più preoccupati genitori) che chiamiamo futuro. 

Attenzione, non stiamo dando pagelle né classifiche di merito. E’ evidente che se i ragazzi si sono ben comportati a loro va il plauso, ma bisogna anche cercare di vedere al di là della cronaca per provare a interpretare i segnali del nostro tempo. Quando un ragazzo sbaglia la primissima cosa che viene detta è: dove stavano i genitori? Ora che i ragazzi hanno dato dimostrazione di essere terreno assai fertile dove piantare quanto di meglio abbiamo a disposizione, vogliamo dare il merito a quei genitori che evidentemente, almeno stavolta, sono stati nel posto giusto al momento giusto?! E a quei professori, quella scuola, tanto bistrattata a volte ma che anch’essa, indubbiamente, sa proporre ai giovani giusti modelli di comportamento? Solo questo, una riflessione ad ampio spettro per dire come il “passato” possa collegarsi bene col “presente”. E vista la determinazione positiva con la quale i ragazzi si sono mossi, c’è da sperare bene anche il “futuro”.

Mi si dirà: non hai parlato degli scontri… Effettivamente no. L’ho fatto la scorsa settimana, e ora non ne ho parlato. C’è chi è refrattario a qualunque regola di convivenza civile, e si annida dove può: nei cortei, allo stadio, a volte anche blindato da una divisa. E’ una minoranza, che non fa cultura. Fa danni, ma non ha alcun appeal sulle nuove generazioni di adolescenti che sono stanche di conflitti e tantomeno sono disposte a farsi bastonare per un’idea altrui. Loro, i giovani di oggi, hanno capito come si fa politica: non con i caschi, ma con la materia grigia che c’è sotto.

Angelo Perfetti
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