Le dune spianate a Focene? Il Wwf: “Non sono naturali, ma artificiali”

28 novembre 2012 | 04:22
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Le dune spianate a Focene? Il Wwf: “Non sono naturali, ma artificiali”

La rivelazione del Wwf: “Nessun interesse naturalistico. Solo sabbia sopra scarti edili”. Ma i Verdi presentano un esposto, e i residenti promettono battaglia: “Quel chiosco non lo vogliamo”. Replica Pierluigi Capozzi: “Ho tutti i permessi in regola, compreso quelli della Regione Lazio” 

Il Faro on line – Si promettono battaglia armati di carte bollate; da una parte i residenti della zona intorno a via delle Emarginule a Focene, dall’altra Pierluigi Capozzi, concessionario della spiaggia di fronte. Il fatto riguarda lo spianamento di una duna sull’area in questione, che secondo i residenti non rispetterebbe la normativa in difesa di quel tratto di spiaggia. E noi, come nostro costume, abbiamo cercato di andare a fondo, registrando le diverse posizioni in campo ma cercando di restare obiettivi andando oltre l’emotività.

Furibondi, i cittadini accorsi per allontanare le ruspe, hanno cercato di bloccare l’avanzata del mezzo, opponendosi al passaggio e ottenendo il momentaneo fermo dei lavori. “Quello che contestiamo – dicono – è l’assoluta negligenza nel trattare un’area che dovrebbe essere rispettata e protetta. E poi noi non siamo neanche stati interpellati, cosa che invece avremmo voluto vista l’invasività della struttura”. 

Ad appoggiare i cittadini c’è Angelo Bonelli, presidente della Federazione dei Verdi, che ha già fatto partire un esposto per “il non rispetto del vincolo paesaggistico. Quella è un’area sottoposta a vincolo, è quindi impensabile spianarla per far posto a una costruzione”, ci ha detto al telefono.

Detta così sembrerebbe un’aggressione alle “mitiche” dune. Ma le cose non starebbero proprio in questi termini… Il Wwf, che un tempo si è occupato delle dune di Focene producendo diversi documenti, da noi interpellato ci ha riferito di non occuparsene più in quanto dopo alcuni rilevamenti, si è scoperto che l’origine non è naturale, bensì artificiale. In sostanza la sabbia si è depositata sopra materiale di scarto edile. 

Ma i residenti, che per anni ne hanno curato la vegetazione, non demordono, e chiedono che venga fatta chiarezza: “Se la duna è lì da dieci anni – si chiede una cittadina – questo non significa che possa essere spianata per far posto a un chiosco, che tra l’altro si trova proprio a ridosso delle nostre abitazioni, negandoci anche la privacy”; e promettono una class-action

Dal canto suo, Pierluigi Capozzi mette in evidenza un fatto sostanziale: e cioè di avere i permessi necessari per il via ai lavori: “In questi due anni sono stato l’unico – tra i tre ai quali è stata sospesa la concessione nella vecchia area – ad aver provveduto alla rimozione della mia struttura. E a fronte del mancato guadagno, mi sono dato da fare per ottenere i permessi sia da parte del Comune sia della Regione. Sapevo – prosegue – che le dune non erano protette, la prova evidente è che ho anche il parere positivo da parte della Regione. Non capisco cosa vogliano, io non ho infranto la legge, ho fatto tutto secondo i criteri stabiliti e quindi non ho nulla da nascondere”.

Dune artificali, quindi, a detta del Wwf; createsi negli anni sopra un cumulo di scarti edili. Resta comunque la denuncia dei Verdi sul concetto di “area sottoposta a vincolo”, e l’eventuale class action dei cittadini. Ora la parola – come detto – passa alle carte. 
Stefania Carlucci