Il casco va sopra la testa. Se ce l’hai…

3 dicembre 2012 | 04:09
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Il casco va sopra la testa. Se ce l’hai…

Il Faro on Line – Alla base di tutte le norme contenute nel Codice della Strada, è il fine primario della tutela della pubblica incolumità e per questo, il legislatore si è occupato in maniera il più possibile dettagliata di tutti i comportamenti, stabilendo di volta in volta, non solo la loro liceità, ma anche eventuali obblighi o divieti; tuttavia, nonostante le ottime intenzioni da cui è nato il Codice, la capillarità delle situazioni, dei comportamenti previsti, obbligati o vietati, e nonostante i recenti inasprimenti delle sanzioni previste a carico dei trasgressori, la prima nemica della pubblica incolumità, è ancora una volta la fantasia degli italiani. L’art. 171, ad esempio, impone l’uso del casco protettivo che, come disposto dal 1° comma, deve essere  “regolarmente allacciato”.

Ecco che, proprio in relazione a questa disposizione, la fantasia nazionale, unita ad una buona dose di incoscienza (ahimè, anch’essa tutta “nostrana”!) ha pensato bene di lanciare una moda, anzi, due: il casco alla “Pluto” e il casco alla “Tex Willer”! 

Molti indossano il casco – e tra questi, in particolare, un primato spetta ad alcuni addetti ad un servizio pubblico su due ruote che si “giustificano” sostenendo che, fermandosi di continuo per volgere il loro servizio, “guadagnano tempo”…! – non regolarmente allacciato, anzi, del tutto slacciato; col l’aria che li colpisce per via della corsa, i lacci del casco, liberi, si spostano di lato ricordando le orecchie del famoso cane di Topolino (il casco, appunto, indossato alla “Pluto”). Peccato che, convinti di farlo per un’assurda comodità e guadagnare tempo, corrano il serio rischio di perderlo del tutto (il tempo, appunto). In caso di urto o di caduta, infatti, la prima cosa a volar via sarebbe proprio il casco lasciando la testa del tutto priva di protezione.

I veri “campioni della fantasia” (e dell’idiozia!!!) sono però quelli che lo indossano alla “Tex Willer”. Da alcuni anni infatti, va di moda, soprattutto tra i più giovani, indossare il casco allacciato, ma non sulla testa, bensì sulle spalle come lo “stetson” (il tipico cappello del cowboy) indossato dal famoso personaggio dei fumetti. Il fatale mixer di incoscienza-scemenza di questi str…..ani soggetti, in caso di caduta di schiena, potrebbe avere delle conseguenze drammatiche oltre l’inverosimile: in quel modo infatti, il casco poggia all’altezza delle vertebre cervicali e in caso di caduta…. chi ha orecchie da intendere, intenda!

Una delle risposte che ci si sente dare da queste persone, quando si fa loro notare la stupidità di certi comportamenti, è che la vita è la loro e quindi nessuno gli può impedire di fare cose  le cui conseguenze sarebbero i soli a pagare. In realtà le cose non stanno così; innanzi tutto è bene ricordare che il Servizio Sanitario Nazionale lo paghiamo tutti, quindi soccorrere un imbecille vittima della sua imbecillità, comporta un costo che grava su noi tutti, dopodiché, se ciò è corretto secondo Giustizia, c’è sempre quel famoso discorso sulla giustezza da cui trae origine questa rubrica: per quanto sia possibile che accada, è comunque abbastanza raro un incidente in cui uno faccia tutto (e quindi si faccia male) da solo, pertanto, perché un poveraccio, magari padre di famiglia, deve tornare a casa con un peso sulla coscienza, perché quel cretino dell’età di suo figlio, che lo ha tamponato col suo ciclomotore, resterà paralizzato per il resto della vita solo perché il casco, indossato come sopra, gli ha lesionato le vertebre cervicali?
Paolo Boncompagni