“In difesa dei lavoratori e del teatro pubblico e partecipato”

10 dicembre 2012 | 04:13
Share0
“In difesa dei lavoratori e del teatro pubblico e partecipato”

Il comitato cittadino per il Teatro del Lido esprime aspre critiche verso il bando pubblicato dal Comune di Roma 

Il Faro on line – Il comitato cittadino per il Teatro del Lido esprime aspre critiche verso il bando pubblicato dal Comune di Roma per l’affidamento dei teatri di Tor Bella Monaca e Quarticciolo. Il bando, presentato venerdì 7 dicembre in Campidoglio, evidenzia alcune forti ambiguità sia sul tema dei lavoratori che sul tema della gestione affidata ai privati. “Dalla lettura del bando  – è scritto in una nota ufficiale – si intende che i lavoratori attualmente impiegati nei due teatri di cintura romani sono a rischio di perdere il lavoro poiché la procedura, all’art. 14, affida ai nuovi gestori privati la responsabilità di assumere il personale senza vincoli di alcun tipo verso gli attuali lavoratori.  La delibera 177 del 19-06-12 che istituisce la ‘Casa dei teatri e della drammaturgia contemporanea’ al punto d (p. 3) prevede invece espressamente che la Società Zetema Progetto Cultura S.r.l. si assuma la responsabilità della gestione del sistema con le relative dotazioni in uso dei beni ed eventuali contratti attualmente in corso.

Le affannose rassicurazioni verbali espresse durante la concitata conferenza stampa di venerdì 7 dicembre in Campidoglio da parte dell’assessore Gasperini  e dell’amministratore delegato di Zetema Ruberti contraddicono quanto è scritto nero su bianco sul bando, e dunque non possono risultare credibili.

Ma è ancor più preoccupante la traiettoria del bando, che lascia intendere, a termine di un biennio di start up con risorse pubbliche garantite dal Comune di Roma a sostegno parziale delle spese di gestione, una progressiva privatizzazione della gestione. Infatti  nel 2014/15 i teatri di cintura, per i quali è previsto un sostegno solo biennale, saranno presumibilmente affidati ad libitum ad imprenditori dello spettacolo dal vivo, associati, lo proviamo ad immaginare, a realtà dell’Agis Lazio, la cui presenza  nel comitato di indirizzo, ci risulta essere in pieno conflitto di interessi.

Avrebbe avuto forse senso affidare un ruolo consultivo all’Agis, se fosse stata almeno prevista la clausola di incompatibilità dei soci Agis nella gestione diretta dei teatri del sistema, nel rispetto del principio di incompatibilità per conflitto di interesse. Un obbligo giuridico e deontologico, che ci rendiamo conto essere del tutto ignorato in questo paese, che però avrebbe consentito all’Agis di mantenere una posizione super partes, anziché divenire un attore coinvolto in prima persona nell’assegnazione e gestione degli spazi. Sostanzialmente si prefigura uno scenario di privatizzazione di un bene pubblico agli esercenti privati dello spettacolo dal vivo, inficiando in tal modo la funzione sociale del teatro pubblico a favore di logiche imprenditoriali del teatro privato. Inoltre il bando lascia prevedere, per i tempi (solo 20 giorni alla scadenza!) e le sue modalità specifiche, l’affidamento dei due teatri di cintura proprio ad una realtà, probabilmente già individuata, associata all’Agis Lazio, il cui Presidente Pietro Longhi si è contraddistinto, in questi giorni, per i commenti contro uno dei perni del sistema, cioè il Teatro del Lido di Ostia, accusato di aver sperperato fondi pubblici senza aver svolto un ruolo positivo sul territorio.

Tali gravi affermazioni rendono incompatibile il Presidente Longhi con la funzione che l’assessorato intende assegnargli all’interno del comitato di indirizzo del sistema.  Forse anche per il Teatro di Ostia Longhi immagina un affidamento tramite bando ai propri associati?

Questo comitato cittadino ha difeso, anche attraverso una occupazione che dura da quasi tre anni, la natura pubblica del teatro di cintura, portando avanti il modello pubblico e partecipato con cui è nato il Teatro del Lido: una realtà che nasce in periferia, in un territorio attraversato da emergenze sociali  che, crediamo, possano essere sfidate con politiche culturali attente soprattutto alle esigenze delle giovani generazioni.

Questo è e continuerà ad essere il ruolo politico dello scrivente comitato: salvaguardare il modello di gestione pubblica e partecipata ed esportarlo negli altri spazi della città, per valorizzare le realtà culturali esistenti nei territori e permettere loro di assurgere alla progettazione delle politiche culturali che li riguardano, in un’ottica costruttiva ed orizzontale e non più clientelare e verticale.
Il comitato cittadino ribadisce che senza la soddisfazione dei tre requisiti fondamentali (Piano di fattibilità di Zetema, Formalizzazione del consorzio di associazioni locali, Riassunzione dei lavoratori) non sarà possibile avviare il cantiere per la ristrutturazione tecnica dello stabile di Ostia”.